Quando, nel lontano 1923, Giovanni Martinelli fondò l’azienda che ancora oggi porta il suo cognome, quello degli impianti elevatori era un settore ristretto: gli ascensori, prodigi di meccanica, iniziavano in quegli anni ad essere installati in condomini esclusivi, ville private, alberghi e nascenti industrie, come lo storico albergo Firenze di Como e la celebre G.B. Ambrosoli di Ronago. In sella alla sua bicicletta, Giovanni raggiungeva i vari impianti, di cui ricordava a memoria tutti gli indirizzi. Riconosciuta subito la causa del guasto, risolveva il problema con precisione e rapidità. La stessa cura per il lavoro e per il cliente, di generazione in generazione, è stata trasmessa fino ai nostri giorni: dopo Giovanni è stato il turno di Delio, poi di Gianluigi e ora di Davide, attivo in azienda con la moglie Alessandra e i figli Niccolò e Tommaso. Abbiamo incontrato Alessandra e Niccolò nella sede di Martinelli Ascensori a Tavernerio, per ascoltare questa storia familiare di successo e scoprirne i segreti e gli obiettivi per il futuro.
Quali sono gli ingredienti della longevità di un’azienda come la vostra?
Niccolò Martinelli – Direi che la longevità di Martinelli Ascensori deriva da un mix di vari aspetti: la passione, l’innovazione tecnologica, la ricerca costante dei materiali più performanti, sia a livello tecnico sia estetico, il saper soddisfare le richieste del cliente. Il nostro obiettivo è sempre stato la qualità: non abbiamo puntato su una crescita dimensionale rapida basata su prodotti economici, ma abbiamo deciso di concentrarci su progetti con elevati standard di personalizzazione, che ci hanno permesso di far crescere la nostra attività con successo in tutti questi anni.
Alessandra Gatti – Continuare a credere nei propri valori, ma aprendosi alle novità che il mercato offre e la società richiede, accettando le nuove sfide, come quella della sostenibilità, che ci ha portati, tra gli altri progetti, a trasferirci in una nuova sede, progettata in modo da ottenere la classe energetica A3+ per le elevate prestazioni.
Che tipo di progetti seguite?
AG – La nostra forbice è molto ampia: installiamo ogni tipologia di impianto elevatore, dalla piattaforma per residenze private, fino agli ascensori più ricercati dal punto di vista tecnologico ed estetico o ai montacarichi con portate extra. Tra le ultime realizzazioni, nel 2022 Martinelli Ascensori ha installato sei impianti elevatori per l’esclusivo resort Villa Passalacqua a Moltrasio (nel 2023 eletto miglior hotel al mondo, ndr). Gli ascensori sono stati realizzati adottando le più innovative tecnologie presenti sul mercato, mentre per le finiture sono stati scelti materiali tradizionali, ma estremamente ricercati e lavorati su misura da sapienti mani artigiane. Oltre agli ascensori, sono stati forniti anche due montavivande per la movimentazione delle pietanze tra i piani della struttura.
NM – Uno degli ultimi progetti che abbiamo affrontato è stata la realizzazione di un montacarichi presso una delle dimore storiche affacciate sul Lago di Como, un impianto molto particolare da utilizzare per il trasporto di oggetti d’antiquariato. O ancora, un ascensore per merci e persone con una portata di 66 persone per un’industria elettronica dell’area di Milano, leader nel suo settore.
Come approcciate incarichi così complessi e diversi tra loro?
AG – Anche se il 90% dei nostri impianti è customizzato, dedichiamo la stessa passione e la stessa cura per la progettazione, l’installazione e il servizio post-vendita per ogni particolare di ciascun impianto elevatore. Il nostro ufficio commerciale si interfaccia con i clienti con attenzione, per comprendere le specifiche esigenze, mentre l’ufficio tecnico sviluppa le migliori soluzioni tecniche per garantire il funzionamento costante e in sicurezza dell’impianto che verrà realizzato. Stare al passo con i tempi per noi è fondamentale, anche se a volte risulta complicato. Adeguare alle nuove norme UNI un ascensore installato negli Anni Venti del secolo scorso è una sfida con cui ci misuriamo quotidianamente. Le moderne tecnologie sono di grande aiuto: pensiamo ai combinatori telefonici installati nelle cabine. In passato permettevano solo di chiamare i soccorsi in caso di situazioni di emergenza, adesso sono supportati dalla gestione della telemetria guasti da remoto, grazie alla quale possiamo capire, in tempo reale, il tipo di problema e intervenire in maniera risolutiva anche a distanza. Interessanti anche gli impianti MRL (Machine Room Less): questi non necessitano di un locale macchina dedicato, che invece fino a qualche anno fa doveva contenere tutta la strumentazione meccanica ed elettrica. Ora è sufficiente un armadio metallico di dimensioni contenute, in cui vengono alloggiati tutti i dispositivi di comando.
Nella vostra azienda quarta e quinta generazione lavorano fianco a fianco: come sta avvenendo questo passaggio?
AG – Sono in azienda da oltre vent’anni, mio marito Davide da una trentina e adesso stiamo trasmettendo tutte le nostre conoscenze ed esperienze a Niccolò e Tommaso, che lavorano uno nell’Ufficio Amministrazione, l’altro nell’Ufficio tecnico. Entrambi mostrano un forte interesse per la attività che viene tramandata ormai da oltre un secolo e stanno acquisendo il nostro modus operandi. La loro energia, linfa nuova, è di traino e spunto di miglioramento per tante attività. Anche se sono entrati in azienda solo da pochi anni, entrambi sanno instaurare un rapporto di fiducia con i clienti e la loro apertura facilita il lavoro per entrambe le parti.
NM – Abbiamo un obiettivo comune e tutti lavoriamo per raggiungerlo, ciascuno portando le proprie conoscenze e competenze. Grazie alla stretta collaborazione con mio fratello, stiamo aggiornando alcuni processi aziendali per renderli più efficienti attraverso la digitalizzazione. Tra i vari progetti, posso citare il nuovo sito web, reso più accattivante con foto delle ultime realizzazioni e racconti dei progetti.
Molte aziende lamentano difficoltà nel reperire tecnici specializzati: quale è la vostra esperienza a riguardo?
AG – Attualmente la nostra squadra è composta da 23 persone: all’incirca la metà sono senior, gli altri sono giovani assunti negli ultimi 5/6 anni e c’è una bella sinergia tra tutti noi. Alcuni tecnici hanno iniziato la loro carriera nella nostra azienda e, a pochi anni dalla pensione, sono ancora qui e condividono la loro esperienza con i neoassunti. Negli ultimi anni, però, ci siamo scontrati con l’attrattività degli stipendi proposti dalla vicina Svizzera, con cui le aziende italiane non possono competere. Acquisite competenze, conoscenze, oltre che formazione specifica in tema di sicurezza, capita che i tecnici abbandonino la nostra azienda per migrare oltreconfine. Crediamo fortemente nella formazione ad hoc del nostro personale e continueremo, nonostante tutto, a investire in questa direzione. Nel corso della vostra lunga storia, avrete sicuramente dovuto affrontare progetti particolari.
Qual è stata la richiesta più singolare?
AG – Ogni progetto ha la sua unicità, ma ricordiamo ancora quando una cliente straniera ci commissionò una cabina rivestita in pelle imbottita matelassé, color ciclamino!
Cosa vi augurate per i prossimi cento anni?
AG – Dal momento che il parco ascensori italiano è particolarmente vetusto, una delle sfide dei prossimi anni sarà quella della sostituzione integrale dell’ascensore, ma ciò presuppone l’intervento di un team specializzato (impresa edile, tecnici per la gestione delle pratiche edilizie, per la sicurezza, ecc.). Per il momento ci occupiamo “solo” dell’impianto ascensore: vorremmo, in futuro, poter offrire un servizio “chiavi in mano” ai nostri clienti. Infine, ma fondamentale, vogliamo mantenere i nostri elevati standard qualitativi. È un obiettivo per nulla scontato, a cui bisogna dedicarsi costantemente.
Dopo aver conosciuto questa storica realtà e le persone che ne fanno parte, non abbiamo dubbi che sarà così.
A cura di Erica Premoli