Parte da un dato, Stefano Poliani, neo eletto Presidente del Digital Innovation Hub Lombardia, ormai conosciuto con l’acronimo DIH. Un dato che, per chi come lui da diversi anni si occupa di innovazione e trasferimento tecnologico a diverso titolo, lo entusiasma: “L’Italia ha compiuto un sorpasso storico. Il nostro Paese negli ultimi anni è cresciuto decisamente di più rispetto alla Germania in termini di investimenti in innovazione e in miglioramento di processi. Questa è la dimostrazione che quando si pongono in essere iniziative o riforme strutturali a supporto di un progetto o di un’attività, i risultati arrivano. Le radici di questo sorpasso – evidenzia Poliani citando i dati del Professor Fortis di Fondazione Edison – si trovano nel 2017 con l’introduzione, da parte del Governo di allora, del Piano Nazionale Industria 4.0. Gli investimenti in innovazione, infatti, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’aumento della produttività delle nostre imprese, nonostante la differenza dimensionale abbia sempre giocato a favore della Germania e rappresentato un limite in fatto di innovazione”. L’analisi del Presidente Poliani, che oltre ad essere Presidente del DIH Lombardia è anche Vice Presidente di ComoNExT e Consigliere di Confindustria Como con delega all’Innovazione, è lucida: “Le nostre aziende sono state capaci di cogliere la sfida legata alla quarta rivoluzione industriale e, complice anche la congiuntura favorevole post pandemia sulla quale in pochi avrebbero scommesso, sono riuscite a realizzare performance di grande rilievo. In questo grande Piano una delle novità più rilevanti per le imprese è stata la creazione dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center”.
Veniamo proprio al Digital Innovation Hub di cui lei è Presidente. Ci spiega qual è la funzione di questo ente?
Mi piace descrivere il DIH con un’immagine: quella dell’accompagnatore. La nostra principale mission, infatti, non è erogare servizi o sovrapporci a ciò che già fanno altri, che fanno sicuramente molto bene, come le Associazioni datoriali o i parchi tecnologici. La nostra ambizione è quella di metterci al fianco di esse per sensibilizzare e accompagnare le imprese nell’ecosistema dell’innovazione. Questo è un aspetto cruciale perché se è vero, com’è vero, che l’innovazione tecnologica è alla base del processo di sviluppo e di crescita di ogni impresa, dall’altra parte è fondamentale riuscire a mettere in collegamento le aziende, anche le più piccole, con tutti quei soggetti, che spesso sono tanti e diversi, come università, centri di ricerca, competence center, che possono offrire strumenti e risposte al loro fabbisogno innovativo. In estrema sintesi, il nostro ruolo è quello di sensibilizzare, orientare, indirizzare le imprese.
Andiamo sul pratico: da dove inizia questo percorso di affiancamento?
Per prima cosa è fondamentale sapere che il DIH si muove ed agisce attraverso quelle che abbiamo chiamato antenne territoriali. In Lombardia ce n’è una per ogni provincia, costituita all’interno della competente associazione confindustriale o, nel caso di Como, su iniziativa proprio di Confindustria Como, presso il Parco Scientifico e Tecnologico ComoNExT che abbiamo la fortuna di avere da oltre dieci anni. Nel concreto, si parte da un’attività di sensibilizzazione attraverso eventi, visite aziendali, presentazioni che, pensi, dal 2017 ad oggi ha portato a incontrare oltre 10.000 imprese a livello regionale. Uno degli ultimi incontri di sensibilizzazione, per esempio, è stato quello organizzato qualche settimana fa proprio a ComoNExT sulla realtà aumentata e sul metaverso: due tecnologie ultra innovative che stimolano la visione di scenari futuri per la propria azienda.
Poi come si procede?
Da tutta questa attività di sensibilizzazione segue, per coloro che lo desiderano, un assessment digitale con il quale viene restituita all’impresa una fotografia della sua maturità digitale che individua punti di forza e punti di debolezza sui quali lavorare. Tra l’altro, un aspetto molto interessante e positivo emerso da questi oltre 500 assessment realizzati negli ultimi sei anni in Lombardia è che le imprese hanno forte consapevolezza dei cambiamenti legati all’innovazione e agli ambiti nei quali lavorare. Ci siamo resi conto che aumenta la partecipazione a sessioni formative delle imprese, così come aumenta la formazione dei manager in ambito innovativo. Dalla consapevolezza però è fondamentale passare alla fase successiva, ovvero iniziare a lavorare insieme a tutti i partner di quell’ecosistema innovativo di cui accennavo prima per scaricare a terra questo potenziale.
Un ecosistema che in Lombardia assume una certa dimensione.
Assolutamente sì. La nostra regione è ricchissima di centri di eccellenza che possono offrire le risposte corrette alle specifiche esigenze. Per questo, uno dei nostri obiettivi dei prossimi tre anni sarà quello di realizzare una mappatura il più possibile precisa dei centri di innovazione e delle specializzazioni così da accompagnare nel modo migliore le imprese. Ma non ci fermiamo, per usare un eufemismo, all’aspetto tecnologico.
E cos’altro offre il DIH?
La nostra road map prevede anche di fungere, sempre insieme alle antenne territoriali, da ponte verso l’eventuale supporto finanziario che, in tema di innovazione, rappresenta un asset molto importante. In questo senso la sfida più attuale e importante si chiama PNRR: l’obiettivo è quello di supportare le imprese verso l’accesso a queste risorse perché rappresentano una grande opportunità.
Oltre ad essere Presidente del Digital Innovation Hub, lei è anche Vice Presidente di ComoNExT. Questo aspetto può favorire la collaborazione?
ComoNExT è una delle antenne territoriali più importanti che abbiamo in Lombardia ed è la prima che è stata oggetto di quella mappatura di cui facevo cenno. Con le sue 160 imprese innovative e con le attività generate dal Parco stesso come la fabbrica diffusa, la realtà virtuale e molte altre, rappresenta un patrimonio inestimabile in ambito di trasferimento tecnologico. è in questo luogo iconico che molti fabbisogni delle imprese possono trovare già le loro risposte. La provincia di Como, grazie alla lungimiranza di coloro che oltre 15 anni fa idearono e realizzarono questo progetto, è molto avanti e molto fortunata. Non lo dico tanto da Vice Presidente di ComoNExT, che potrei essere tacciato di essere di parte, quanto da ciò che ascolto da tutti coloro che vengono a Lomazzo a visitarci per la prima volta. E spesso ci tornano più volte o, addirittura, ci restano.
Altri progetti futuri?
Se li ricorda i manuali for dummies degli anni ’80? Il primo fu DOS for dummies (il Sistema Operativo a Disco dei primi PC spiegato a coloro che si ritenevano negati, ndr) a cui ne seguirono altri in tantissimi settori, in Italia editi da Hoepli. Ecco, mi piacerebbe riuscire a pubblicare un manuale di innovazione for dummies, dove racchiudere in modo semplice e comprensibile tutto il potenziale dei DIH, ma non solo.
Ho la sensazione che ci sia qualcos’altro…
In effetti, un sogno c’è: mi piacerebbe riuscire a declinare sulle PMI il grande tema dell’Intelligenza Artificiale. Come ho avuto modo di dichiarare recentemente al Sole 24 Ore, l’AI è una rivoluzione ormai in atto e, come tutte le rivoluzioni, porterà con sé profonde trasformazioni sociali. La tecnologia non si può e non si deve fermare ma, al contrario, può e deve essere governata con regole precise. Del resto, non si contano gli studi che dimostrano che le aziende che hanno implementato soluzioni di intelligenza artificiale hanno performance migliori rispetto a quelle che non lo hanno ancora fatto, con tassi di crescita doppi a parità di fatturato. L’AI permette di ridurre gli errori e le tempistiche dei processi. Pensi che l’80% delle aziende che ha adottato soluzioni di questo tipo ha registrato non solo una crescita maggiore, ma anche una riduzione dell’impatto dei costi, che consente di liberare risorse da investire.
Morale: innovare senza paura?
Certamente. È solo così che ci sarà futuro per tutti noi e per coloro che verranno dopo di noi.
A cura di Stefano Rudilosso