HABERE: ABITARE 40 ANNI DI STORIA

ABITARE deriva dal latino habitare, che origina in habere, cioè tenere. Abitare significa: “tenere per lungo tempo”. Da quarant’anni, teniamo.

La sede di Cantù

Teniamo alle persone a cui rivolgiamo i nostri servizi e, prima di questo, le nostre migliori intenzioni e una professionalità sempre alla ricerca di nuovi stimoli e obiettivi. Teniamo ai nostri soci, ai colleghi e ai collaboratori, alle famiglie e ai sostenitori che si presentano con ruoli diversi, teniamo ai volontari che, insieme agli obiettori di coscienza, sono stati le colonne portanti del Gabbiano nel suo affacciarsi al territorio di Cantù. Teniamo al nostro territorio, famoso in tutto il mondo per il suo valore artigianale e imprenditoriale, ma non conosciuto per la generosità di tanti abitanti verso le altre persone. Noi crediamo che ci possano essere diversi modi di abitare. Un luogo, una professione, un ruolo personale o sociale, uno spazio aperto e comune, la propria interiorità. E che ogni modo abbia lo stesso valore e lo stesso diritto di essere al mondo, accanto a quello degli altri.

Per assicurare a ciascuno il suo posto nel mondo, da abitare al massimo delle sue potenzialità e da tenere caro il più a lungo possibile, noi esistiamo. Ed è con questa intenzione che intendiamo abitare il Futuro.

La Cooperativa Il Gabbiano è stata costituita l’8 Ottobre 1981 e ha iniziato ufficialmente la sua attività lunedì 8 Febbraio 1982. Eppure, prima di quel giorno esisteva già. Esisteva nelle conversazioni, nei sogni e nei progetti di un gruppo di persone che facevano parte del Centro Volontari della Sofferenza, associazione fondata da Monsignor Luigi Novarese nel 1947, allo scopo di occuparsi di persone disabili e dei loro familiari. Esisteva nei valori, nella storia e nell’animo di Padre Emilio Maroni (Pre di Ledro, 1913 – Cantù, 1984), detto Mili e anche Miglio, appartenente alla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, ideatore del Gabbiano, uomo amato, rispettato e riconosciuto dalla città di Cantù, che lo ha insignito anche del titolo di benemerenza. Ma esisteva anche nei princìpi fondanti del suo ordine religioso, detto anche dei Concezionisti o più familiarmente Concettini, presenti a Cantù da più di 100 anni. Esisteva nella disponibilità generosa e competente delle molte persone che hanno scelto di essere vicine alla cooperativa, tra cui i soci del Lions Club di Cantù e Mariano Comense e tutte le persone che hanno aiutato Padre Emilio a dare forma concreta e organizzativa a un sogno.

Per raccontare una storia come quella del Gabbiano, bisognerebbe potersi spostare indietro e avanti nel tempo, alla scoperta e valorizzazione di luoghi e persone, consapevoli che soltanto trovando la gioia negli altri si può trovare la propria.

La sede di Capiago Intimiano

Crescere vuole dire solidificare quello che è importante e, al contempo, cambiare. Cambiare per noi è simile alla metamorfosi che dà origine alle farfalle, significa lasciare qualcosa che non è più, per assumere una veste maggiormente in sintonia con i bisogni che man mano esprime il nostro tessuto sociale, al contempo garantendo quella continuità di valori e servizi che hanno creato e mantenuto negli anni la fiducia dei nostri interlocutori.
Cambiamenti importanti sono stati quelli legati alla creazione di nuove strutture. Il primo avvenuto nel 2006 con la costruzione dell’attuale sede legale in via F. Baracca a Cantù, nata per esigenze di ampliamento della Cooperativa che hanno previsto un nuovo Centro Socio Educativo per persone con disabilità, una piscina ad acqua calda per attività rivolte agli interni e agli esterni, studi per la riabilitazione con alcune attrezzature medicali e l’ambulatorio di neuropsichiatria infantile per bambini in età evolutiva con difficoltà psicomotorie e di linguaggio, inaugurato nel 2010. Nel 2011, pensando al futuro di persone con disabilità, abbiamo deciso di realizzare la Comunità Alloggio residenziale. La seconda struttura è stata quella di via Montecastello a Capiago Intimiano, inaugurata nel 2018, dove sono stati ampliati i servizi di neuropsichiatria rivolti ai bambini, un centro socio educativo e un alloggio protetto dove fare sperimentare ai ragazzi la vita in autonomia.

Pur essendoci fatti carico dei rilevanti investimenti, entrambe le nostre due sedi sono di proprietà delle rispettive Amministrazioni Comunali, ma le abitiamo come se fossero nostre, cercando di utilizzare l’ordine, la luce, la pulizia e la bellezza come elementi non solo rappresentativi del Gabbiano, ma anche fondamentali in ogni contesto di cura.

Nel frattempo, anche il mondo esterno è cambiato.

Nell’arco di quarant’ anni sono cambiate le Amministrazioni Pubbliche e di conseguenza gli approcci delle diverse rappresentanze politiche, ma anche in questo caso siamo riusciti a creare rapporti di rispetto con tutti, e ne siamo stati ricambiati. Abbiamo registrato nel tempo come sia cambiata la richiesta del territorio, per esempio con un forte aumento di interventi di neuropsichiatria infantile, che nel 2020 ha registrato la presa in carico di 350 casi. Il Gabbiano, dalle origini fino ad oggi, si è sostenuto grazie alla raccolta fondi che ha rappresentato non solo un importante supporto alle nostre attività, ma anche il riconoscimento del contributo che la Cooperativa ha sempre apportato al territorio e ai bisogni dei suoi cittadini.

Nel corso della storia e nell’affrontare momenti emblematici, quello che ha sempre fatto la differenza sono state le persone interne alla cooperativa che hanno saputo creare progetti lungimiranti e ambiziosi, basati su calcoli ponderati e sulla capacità di monitoraggio di entrate e uscite, persone “esterne” che, con diversi ruoli personali o professionali, ci hanno accolto, ascoltato e aiutato.

Nell’ambito delle realtà sociali, si parla di soldi ed economia con un po’ di vergogna, come se fosse un tema da lasciare ad altri contesti, perché includerli in un racconto di cooperazione rende meno luminosi i suoi valori e meno puro il senso caritatevole di aiutare gli altri. Non la pensiamo così.

Riconoscere la fondamentale importanza dell’economia in un progetto sociale, è anzi uno degli elementi più rappresentativi della sua solidità e credibilità. La parola “economia” contiene la radice “oikos”, che significa “casa” nell’accezione di “gestire una casa”. E casa non è solo il nostro mondo interno o le sedi che abitiamo, ma tutto il resto con cui un progetto come il nostro è intrecciato, a partire da quanto abbiamo più vicino fino a lontani gradi di separazione nello spazio e nel tempo.

40 anni sono un traguardo ma anche un punto di partenza.

Se fin dalle sue origini Il Gabbiano ha potuto contare sulla vicinanza e sulla complicità con la comunità locale, ancora oggi, nell’affrontare alcuni cambiamenti o momenti emblematici, ricerchiamo il contatto con il territorio e la relazione con le persone. Così è stato nel pensare alla rivisitazione del logo della cooperativa. Un passaggio delicato e importante che abbiamo deciso di affrontare indicendo un Bando di Concorso di idee aperto alla cittadinanza. Il Concorso #ILGABBIANOCAMBIALOGO ha visto la partecipazione di molte persone, tra cui grafici del settore, studenti e amanti del disegno. La Commissione ha selezionato il logo vincitore e con felicità e fierezza comunichiamo che l’ideatore è un giovane studente.

(Testi tratti dal libro “Habere, abitare 40 anni di storia”, pubblicato in occasione del 40esimo anniversario della cooperativa. Raccolta, editing e creazione originale a cura di Francesca Marchegiano).

Per info e iniziative www.ilgabbianocantu.it

A cura di Elisa Viganò e Francesca Marchegiano