LA GRAFICA-CANTÙ COMPIE 65 ANNI E GUARDA AL FUTURO CON FIDUCIA

“La differenza è nei dettagli”. È il mantra che colpisce, grazie anche ad un bel font rosso, lo stesso colore del logo che campeggia all’ingresso dell’azienda, aprendo la pagina di benvenuto del sito internet de La Grafica – Cantù. E, in effetti, uno dei punti di forza dell’impresa canturina, che quest’anno compie 65 anni, è da sempre l’attenzione ai progetti, in ogni passaggio. Una cura quasi maniacale per il dettaglio che rende i suoi prodotti unici, in uno sforzo teso a trasmettere al cliente il valore che la carta stampata ancora mantiene in un universo sempre più digitale.

A portare avanti questa sfida quotidiana è Mauro Frigerio da trent’anni alla guida dell’impresa fondata dal padre, Pietro, nel 1957, insieme al socio di allora, Giorgio Pellizzoni, e da qualche anno affiancato dal figlio Jacopo. Passato, presente e futuro si fondono tra persone, competenze e macchine sempre più evolute, in una realtà che, fin dalla sua nascita, ha avuto l’ossessione di essere al passo con i tempi o, meglio, di essere un passo in anticipo rispetto ai cambiamenti di un mondo in costante evoluzione.

Mauro e Jacopo Frigerio in azienda

Siedono allo stesso tavolo, mentre raccontano, Mauro e Jacopo, uniti dalla bellezza del rapporto padre – figlio che trova la sua sublimazione nell’amore per un lavoro che svolgono con passione, su misura per ogni cliente. “Cura artigianale ma vestito industriale” sottolinea Jacopo, che guarda con fiducia al futuro. Lui, nella crisi dell’editoria e della stampa, dovuta al sopravvento del digitale, ci è nato e la considera “una condizione di normalità, un mondo dove bisogna imparare ad offrire al cliente soluzioni per bisogni che non pensava nemmeno di avere”. Un mindset che ritroviamo nel racconto di Mauro quando ricorda gli anni di successo de La Grafica – Cantù.

Un padre, torniamo al fondatore Pietro, che nella terra del mobile sentì una vocazione completamente diversa, quella della stampa, ma che con il mobile poi ci lavorò, e anche tanto, grazie ad un’intuizione geniale: perché limitarsi a stampare il catalogo quando si poteva proporre ideazione, impaginazione, fotografia e, naturalmente, una stampa curata nei dettagli più piccoli? Fu questo il vero snodo che consentì alla piccola tipografia di Cantù di evolvere in una vera e propria agenzia, dotata anche di studio fotografico di posa. Da lì cominciò un forte ciclo di espansione che la portò, solo dopo dieci anni dalla sua nascita, a costruire l’iconica sede in mattoncini arancioni e ad ampliarsi negli anni successivi.

Nel racconto di Mauro fa da sfondo un velo di nostalgia per quei tempi in cui se si sapeva lavorare bene, e La Grafica-Cantù lavorava molto bene allora come ora, un cliente era per sempre. Erano gli anni in cui la solidarietà imprenditoriale e lo spirito di intrapresa del boom economico rappresentavano una sorta di rete che garantiva il lavoro: clienti erano i tanti mobilieri di Cantù che in questi 65 anni hanno apprezzato la qualità del prodotto. Anni che Jacopo non ha mai conosciuto, perché dopo la laurea triennale in graphic design allo IED di Milano e un’esperienza come grafico in altre imprese che gli ha consentito di apprendere la raffinata conoscenza delle carte speciali, è entrato in azienda nemmeno un anno prima che scoppiasse la pandemia del 2020.

Eppure, le difficoltà dovute al Covid non scalfiscono l’ottimismo di Jacopo: “Questi aumenti vertiginosi dei prezzi dovuti alla situazione post pandemia stanno creando un effetto particolare – afferma il giovane Frigerio, con gli occhi chiari rivolti al futuro -. Molte aziende che prima non badavano a certi costi, come, per esempio, quello della stampa, e mantenevano il loro fornitore storico, ora mettono in gara più fornitori. Questo significa che si aprono nuove opportunità e io me le voglio giocare tutte. Magari entro in una nuova azienda per stampare semplicemente i biglietti da visita, ma poi, se sono capace, offro al cliente una serie di nuovi prodotti a cui non aveva mai pensato, come scatole, calendari, borsette e molto altro. Sempre nell’ottica della poliedricità, creando una rete di fornitori che coordino in prima persona per offrire al cliente il prodotto chiavi in mano, togliendogli ogni pensiero”.

Papà Mauro ascolta, guarda il figlio, sorride. Si rende conto che i tempi sono cambiati davvero e cambieranno ancora, come del resto cambiarono quando lui, nei primi anni ’90, fece il suo ingresso in azienda: “Avevo fatto uno scambio con il figlio di un nostro fornitore tedesco. Lui in Italia a lavorare e io in Germania. Dovevano essere pochi mesi e alla fine sono restato quasi tre anni. In tutta sincerità, di tornare non ne volevo sapere. Mi piaceva il modo di lavorare dei tedeschi: lì si viveva la vera industria. Attraversai tutti i reparti del nostro settore, arrivando a compiere anche una discreta carriera. Ma mio padre mi richiamò a Cantù. Aveva problemi di salute e mi fece capire che se non avessi preso in mano l’azienda di famiglia avrebbe dovuto cederla. Come facevo a dire di no? Accettai a condizione di poter portare alcune innovazioni che avevo vissuto in Germania: i programmi di impaginazione progettati dalla Apple di Steve Jobs insieme all’immancabile evoluzione dei suoi Mac, anzitutto. Un sistema integrato perfetto per il settore grafico”.

E poi, negli anni, avvicinandosi sempre più all’arrivo di Jacopo, la stampa digitale da affiancare alla stampa offset che ha permesso di andare incontro alle esigenze del cliente anche sulle bassissime tirature. Un passaggio di testimone fondato sull’innovazione, come quello che gradualmente sta avvenendo tra Mauro e Jacopo, a cui quest’ultimo aggiunge un altro snodo fondamentale: “da quando sono entrato in azienda – sottolinea – ho iniziato a diversificare i clienti e i settori produttivi in cui operano. Non più solo mobile. Abbiamo necessità di farci conoscere da nuove aziende, far apprezzare in altri settori tutta l’esperienza maturata in questi 65 anni nel legno arredo che, per le sue caratteristiche, richiede da parte nostra standard elevatissimi e quella cura per il dettaglio di cui andiamo fieri. Per questo ho dato anche una rispolverata all’immagine aziendale. Visito personalmente ogni cliente per stringere un rapporto, proporre idee, prodotti e cerco di mantenere il contatto nel tempo attraverso tutti gli strumenti che la tecnologia ci offre”.

C’è tanta ambizione in questo giovane, che si poggia su un’eredità pesante che, dai caratteri in legno e piombo dei lontani anni del dopoguerra, dagli studi serali del nonno all’Umanitaria di Milano, dall’esperienza sapienziale del papà portata dall’estero, è arrivata a lui, e anche la consapevolezza che per onorarla dovrà compiere ogni giorno uno sforzo di creatività, continuando a perseguire le sue aspirazioni come quella di “diventare fornitore delle aziende della moda, un settore difficile ma affascinante” senza mai dimenticare che “paper is better”, punto. Rosso.

A cura di Stefano Rudilosso