Il cantiere è in piena attività ma già si intuisce quello che Cascina Cristina diventerà tra qualche mese. In questa struttura immersa nel verde, adiacente al nucleo urbano di Cantù, l’associazione Abilítiamo Autismo ONLUS sta costruendo una community farm per giovani adulti affetti da Autismo. Residenza, centro diurno, serra didattica, spazi sollievo, palestra e sensory room, giardini e laboratori in grado di fornire percorsi di crescita educativa e professionale, grazie a piani su misura per ogni ospite e a servizi all’avanguardia ispirati al modello di cura bio-psico-sociale. L’emozione che traspare dalle parole e dagli occhi di Annalisa Martinelli, Giuseppe Sigrisi e Carmen Gigliotti, rispettivamente Presidente, Vicepresidente e Consigliere dell’associazione, è impossibile da ignorare. Mentre ci accompagnano a visitare la cascina, percepiamo con chiarezza quanto questo progetto significhi per loro e per le loro famiglie.
“Sul nostro territorio mancano strutture in grado di effettuare un’adeguata presa in carico dei ragazzi autistici nell’età adulta e alcuni di noi si sono dovuti rivolgere fuori regione, sradicando i propri figli dalle loro abitudini. – spiega Annalisa Martinelli – L’idea iniziale era quella di creare una casa, ma nel 2019, quando la Comunità San Vincenzo ci ha donato la cascina in comodato d’uso per 60 anni, abbiamo deciso di fare di più e di costruire un polo multifunzionale per adulti autistici. Sogniamo una realtà che possa consentire ai ragazzi la realizzazione di un progetto di vita. Oltre alla residenza, che accoglierà stabilmente 12 ospiti, creeremo un centro diurno con altri 15 posti: in zona, questo tipo di servizio manca e le famiglie sono costrette a ricorrere all’inserimento dei figli in istituzioni oppure a sostenere da sole situazioni molto difficili, mettendo a rischio i risultati ottenuti dai ragazzi in fase evolutiva. I ragazzi autistici vengono seguiti fino a una certa età, poi scompaiono dai radar. Abbiamo effettuato una mappatura per dimostrare che questa problematica crescerà: tra dieci anni sul territorio canturino e nelle aree circostanti avremo circa 70 casi di persone adulte con autismo, che necessiteranno di strutture adeguate”, prosegue la Presidente Martinelli. “Abbiamo una visione olistica, puntiamo all’integrazione sociale e alle sinergie con il territorio e finora abbiamo ricevuto tantissimo supporto, a partire da quello di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Adotteremo specifici strumenti per effettuare valutazioni sulle diverse tipologie di persona, definirne punti di forza e criticità per avviare un lavoro sistematico di promozione delle competenze, gratificazione della persona, controllo e diminuzione del comportamento-problema”.
La collaborazione con un Comitato Scientifico di alto profilo e con un team multidisciplinare di esperti permette interventi mirati, potenziati grazie al ruolo di primo piano svolto dalle famiglie. “Cercheremo di portare avanti le competenze acquisite fino ai 18 anni, potenziando e migliorando le capacità di ciascuno – prosegue Carmen Gigliotti – Per alcuni il centro diurno potrebbe essere anche un trampolino di lancio per il mondo del lavoro. Avremo una serra e del terreno coltivato, dove i ragazzi potranno apprendere le fasi dell’agricoltura, mentre nella cucina potranno preparare il pane che verrà utilizzato nel punto ristoro. Si parla spesso di inclusione, ma poi nel concreto questa non si realizza: la nostra speranza è che la comunità venga a trovarci, si accomodi nel bar per gustare un panino e bere un bicchiere della ‘nostra’ birra, che realizziamo grazie alla collaborazione con un produttore locale.
Ci sono tante definizioni dell’autismo: io credo che non debba essere considerato una malattia ma una diversa condizione di vita che spesso non viene capita. È frequentemente associato ai soggetti definiti ‘ad alto funzionamento’, i supergeni che si distinguono e fanno notizia, ma la verità è che la maggior parte dei ragazzi autistici ha anche un ritardo cognitivo, che corrisponde a una difficoltà nell’esprimersi. E se non posso dirti ‘sono arrabbiato’, ‘questa cosa non mi piace’, ‘mi fa male la pancia’, l’unico modo per comunicartelo magari è tirarti un pugno, ma questo per la società è inaccettabile. Ecco, noi vogliamo dare ai nostri ragazzi un futuro e una casa, in cui poter anche litigare senza dover ricorrere agli psicofarmaci”.
“Il progetto risponde a un’esigenza concreta del territorio – sottolinea Giuseppe Sigrisi – Abbiamo ricevuto tante richieste di inserimento perché le famiglie pensano che la struttura sia già attiva ma verrà inaugurata nella primavera del 2022. Prevediamo anche due posti di sollievo per persone che temporaneamente sono in difficoltà e non riescono a gestire il proprio figlio: potranno affidarsi alla struttura per alleviare il loro carico emotivo e fisico in un momento complesso”.
Annalisa Martinelli conclude ringraziando i numerosi sostenitori dell’iniziativa: “Sul nostro cammino abbiamo incontrato delle persone eccezionali, in particolare il Professor Maurizio Moscatelli e gli architetti Massimo Bigoni, Andrea Bicego e Barbara Marelli, che hanno creduto nel progetto e si stanno spendendo con una generosità incredibile”. L’architetto Bicego racconta: “Effettueremo un intervento poco invasivo, mantenendo sostanzialmente inalterata la maglia originaria della cascina e le sue caratteristiche peculiari come solai e soffitti. Dove possibile, gli intonaci verranno ripristinati e utilizzeremo materiali a base di calce proprio come si faceva un tempo. L’ampliamento più importante riguarderà la serra didattica e il bar e realizzeremo un percorso vetrato all’esterno della struttura”. Il luogo è di interesse storico e custodisce affreschi che saranno restaurati da Paolo Aquilini, direttore del Museo della Seta. Tra questi, quasi fosse un ulteriore segnale del forte legame con il territorio, c’è anche un’immagine di San Biagio, patrono dei bachicoltori.
Per maggiori informazioni sul progetto e su come supportarlo: https://abilitiamo.org
A cura di Erica Premoli