TETTAMANTI IMPIANTI: 90 ANNI DI STORIA

Quattro generazioni legate dagli stessi valori e dallo stesso slancio verso il futuro: Tettamanti Impianti è una realtà solida e affermata nel territorio comasco, da 90 anni sinonimo di affidabilità e competenza in tutte le fasi di progettazione, installazione e manutenzione di impianti termoidraulici, con particolare attenzione alla transizione verso le energie rinnovabili. Tutto comincia nel 1930 con il laboratorio di lattoneria nato dallo spirito imprenditoriale di Riccardo Tettamanti. Dopo la Seconda guerra mondiale, grazie al figlio Franco, l’attività si espande nel settore dell’impiantistica termoidraulica civile e industriale, principalmente nel comasco e provincia. Con il boom economico degli anni ’50 e ’60, Tettamanti Impianti cresce fino a diventare un  punto di riferimento per il territorio, allargandosi anche nelle limitrofe province lombarde e, saltuariamente, su tutto il territorio nazionale. Negli anni ’80 e ’90 i figli di Franco – Tiberio, Raffaele e Riccardo, entrati in azienda – affrontano la crisi del settore industriale comasco, adattandosi alle esigenze dei nuovi settori in crescita, quali il terziario e il turismo. Ora la terza generazione convive con la quarta, rappresentata da Alessandro, figlio di Raffaele. A raccontarci questa storia di successo e dedizione è Tiberio Tettamanti, che è anche Consigliere incaricato di Confindustria Como con delega ad Ambiente, Territorio e Sicurezza.

Sig. Tiberio, la vostra è una storia familiare con radici profonde nel territorio comasco. Può raccontarci i momenti chiave di questi 90 anni?

L’azienda è nata nel 1930 con mio nonno Riccardo, che faceva il lattoniere. Mio padre Franco, con il fratello Emilio, lo hanno affiancato cominciando a occuparsi di stufe, caldaie e caloriferi e accrescendo l’affidabilità e la notorietà del laboratorio paterno anche nel settore dell’impiantistica termoidraulica. La prima sede era in via Roma, ora via Risorgimento. Ci siamo spostati qui in via Varesina, sempre a Como, quando un fiorista amico di mio padre ha deciso di vendere il negozio con il terreno con le serre annesse e qui mio padre Franco ha costruito la sede attuale. Io e miei due fratelli, Riccardo e Raffaele, abbiamo sempre lavorato in azienda insieme al papà che ormai da qualche anno è a casa… ora trascorre le giornate nel suo giardino e ci chiede spesso se può venire a fare un giro ma l’idea di dover indossare la mascherina non gli piace! E così siamo arrivati al traguardo dei 90 anni.

Il senso di appartenenza è un valore a cui tenete molto. Da chi è composto il vostro team?

La nostra struttura è a forte componente familiare. Abbiamo un ufficio tecnico guidato da mio fratello, ing. Riccardo, coadiuvato da altri due ingegneri, un ufficio commerciale di competenza di mio nipote ing. Alessandro e un ufficio amministrativo guidato da mio fratello rag. Raffaele con due impiegate. Poi abbiamo un magazziniere e gli operai specializzati, tutti nostri dipendenti, che effettuano gli interventi presso i nostri clienti. I nostri dipendenti raramente ci lasciano, perché qui si trovano bene e condividono la nostra vision, agendo con competenza, autonomia e spirito di iniziativa. Una parola di ringraziamento va a tutti i nostri dipendenti di questi 90 anni che, grazie al loro impegno e serietà, hanno contribuito in modo determinante al nostro successo.

Nel vostro portfolio figurano clienti prestigiosi: la villa a lago di un noto stilista e quella di un attore americano. Quali sono le soddisfazioni e le sfide di un lavoro di questo tipo?

Sì, la nostra è una clientela di fascia medio-alta e questo è motivo di grande orgoglio. Abbiamo anche seguito molti progetti con uno studio di architettura comasco che ha diversi clienti russi proprietari di ville sia sul Lago di Como che sul Lago Maggiore. Non sempre è stato semplice assecondare gusti estetici e richieste piuttosto bizzarre, ma con possibilità di spesa senza dubbio importanti.

Oltre al settore civile, vi siete sempre occupati anche di quello industriale…

È vero, anche se ora lo facciamo sempre meno. Seguivamo molte aziende tessili ma la maggior parte ha chiuso, mentre le imprese che dispongono di impianti particolari preferiscono affidarsi a personale interno. Lavoriamo  molto nei cantieri, attualmente ne abbiamo diversi tra cui uno a Canzo, uno al confine con la Svizzera e uno in partenza proprio a Como. Si tratta di progetti importanti che solitamente ci tengono occupati per un intero anno e più.

Il settore dell’impiantistica è in costante evoluzione per rispondere alla crescente esigenza di soluzioni sostenibili e a basso impatto ambientale: come vi ponete di fronte a queste sfide ormai imprescindibili per le aziende?

Siamo molto attenti e sensibili riguardo a tutto quello che concerne le new and green technologies. Realizziamo molti interventi (sia sul nuovo che sulle ristrutturazioni) a forte componente di risparmio energetico con impianti quali le pompe di calore, il solare termico, il geotermico ed altre tecnologie a basso impatto ambientale, andando ad abbattere il più possibile i consumi e dando un contributo importante al miglioramento della classe energetica degli edifici e, di conseguenza, del livello di benessere delle nostre città. Cerchiamo sempre di tenerci al passo con i cambiamenti del settore e del mercato e di restare competitivi: anche per questo motivo siamo tra i fondatori della  Rete di impresa “Distretto Costruttori Alta Brianza”, nata in collaborazione con Enel X, che riunisce tutte le competenze necessarie per la progettazione e realizzazione di interventi di efficientamento energetico (superbonus 110%). Inoltre, abbiamo avviato una consolidata partnership con l’azienda tedesca Viessmann che produce pompe di calore e caldaie con elevate prestazioni e lavoriamo molto sul fronte dei bonus 50% e 65% con sconto in fattura.

Alessandro, Raffaele, Riccardo e Tiberio Tettamanti davanti alla sede dell’azienda

Che impatto ha avuto la pandemia sul vostro business e come avete affrontato questo ultimo anno?

All’inizio abbiamo sofferto molto perché i cantieri erano bloccati. Per tre mesi gli uffici hanno lavorato in smartworking, e gli operai uscivano unicamente per le emergenze ma ci siamo sempre difesi e siamo andati avanti. Devo dire che, grazie agli ecobonus, riusciamo a lavorare abbastanza bene, abbiamo perso qualche cliente storico ma ne abbiamo sempre trovati di nuovi. Tutto sommato non siamo stati toccati gravemente dall’emergenza ma ora speriamo che la situazione migliori, che si possa riprendere a lavorare senza interruzioni per restituire i finanziamenti che abbiamo ricevuto lo scorso anno. Malgrado il vaccino, non vedo una strategia chiara al momento… speriamo davvero che il nuovo Governo faccia qualcosa su questo fronte.

Lei si è sempre occupato di tematiche legate al territorio e alle infrastrutture, anche a livello associativo: cosa servirebbe alla città di Como?

Il problema principale a Como, parlo soprattutto per noi, è la mobilità. Basti pensare al tempo impiegato per gli spostamenti: perdiamo un paio d’ore solo per fare un intervento in centro città, figuriamoci se dobbiamo arrivare a Varese o Lecco… ci vuole un’intera giornata!

Il tema delle competenze è sempre molto dibattuto: ritiene che la formazione fornita dalle scuole ai ragazzi sia adeguata?

Il nostro settore è un ibrido tra il metalmeccanico ‘puro’ e l’edilizia ed è stato sempre messo un po’ in disparte… sono pochissime le scuole che formano per questo tipo di professione ma abbiamo sempre collaborato con diversi istituti, come l’IIS Leonardo Da Vinci – Ripamonti e il CFP Padri Somaschi di Albate, e ospitato molti studenti per stage o progetti di alternanza scuola/lavoro. Devo dire che i ragazzi sono abbastanza motivati e propositivi, hanno l’approccio e l’atteggiamento giusto. Prima c’era l’idea che tutti dovessero studiare, emergeva un vero e proprio disprezzo verso il lavoro manuale che ci ha fatto perdere molte competenze. È anche vero che ora certi tipi di lavorazioni sono sempre meno richiesti perché la tecnologia avanza rapidamente, però ritengo che la formazione sia essenziale in ogni caso. Noi stessi nel corso del tempo ci siamo sempre aggiornati e continuiamo a farlo, in un’ottica di costante miglioramento. Con mio nipote Alessandro, laureato in ingegneria gestionale, siamo ormai arrivati alla quarta generazione e manteniamo il nostro sguardo rivolto al futuro.

Alla soglia dei cento anni, è inevitabile una riflessione su quello che sarà. Come immagina Tettamanti Impianti a un secolo dalla sua fondazione?

Penso che quando festeggeremo i 100 anni la Varese-Como-Lecco non sarà ancora pronta ma spero almeno nel secondo lotto della tangenziale di Como. Abbiamo da poco avviato un percorso insieme a un’azienda esterna che ci sta studiando e aiutando nel processo di rinnovamento e ottimizzazione dei processi. Vede questa lavagna? L’abbiamo appena acquistata perché una volta a settimana partecipiamo a una riunione guidata dove affrontiamo vari argomenti. Si tratta di un lavoro molto utile per capire punti forti e punti deboli, seguire l’evoluzione della tecnica, del mercato e di tutte le componenti della vita economica. Per i nostri cento anni, senza dubbio vorremmo essere interlocutori privilegiati dei clienti non solo per la nostra professionalità e competenza, ma anche per la nostra spiccata sensibilità verso i temi della sostenibilità e dell’ambiente.

 

A cura di Erica Premoli