NIPOTI DI BABBO NATALE: UN PROGETTO SOLIDALE DEDICATO AGLI ANZIANI DI TUTTA ITALIA

Per l’Associazione Un Sorriso In Più Onlus nessuno dovrebbe mai sentirsi solo, per questo, da oltre 15 anni, si prende cura degli anziani nelle case di riposo, a domicilio e in ospedale. Nel 2018, per la prima volta, la Onlus comasca, grazie a Katerina Neumann, ha portato in Italia un’iniziativa nata in Repubblica Ceca l’anno precedente: Nipoti di Babbo Natale, il progetto che rende magico il Natale degli anziani nelle case di riposo. Si tratta di un’idea semplice ma altrettanto straordinaria, che mette la tecnologia al servizio della relazione.

Sul sito web www.nipotidibabbonatale.it le residenze per anziani di tutta Italia pubblicano i desideri dei propri ospiti e chiunque, visitando il sito, può scegliere quello che più lo emoziona e decidere di realizzarlo. Nelle precedenti edizioni, gli anziani hanno espresso desideri di una dolcezza e di una semplicità disarmante. Qualcuno ha chiesto un oggetto che ricordasse la parte più felice della propria vita (un libro, uno scialle, quel profumo, quella saponetta, gli zoccoli di legno), un’uscita per un aperitivo, per una serata a teatro, per una partita di basket; poter andare dal parrucchiere o dall’estetista per sentirsi belli; rivedere la propria città, rivedere il mare; poter tornare alla chiesetta del proprio matrimonio. Cose che non sono scontate per chi vive in una casa di riposo.

Qualcuno ha sognato in grande e ha potuto fare ancora cose tanto amate che pensava di non potere più fare. Come nel caso di Iris, 87 anni, che desiderava fare un giro in moto sul lungolago di Como. Ha affidato il suo sogno alla rete e ha preparato la sua giacca di pelle. Roberto, che di anni ne ha una trentina, non ha resistito, doveva essere lui a regalarle l’emozione di tornare in sella. Si è presentato nel salone della casa di riposo con la sua Yamaha e le ha promesso di portarla sul lungolago in primavera.

Giulia, ottantenne, ha insegnato lettere, latino e greco al liceo classico Volta, ininterrottamente dal 1969 al 2000 e poi è andata in pensione. Quando le hanno chiesto di esprimere un desiderio per Natale, ha chiesto di tornare in cattedra, per un’ultima lezione. Maria ha contattato il liceo che anche lei aveva frequentato e dove si ricordavano ancora della prof. Galfetti: l’insegnante per quasi due ore ha parlato della virtù dell’accoglienza nelle società greca e romana. Non è volata una mosca ed è scappata qualche lacrima quando, citando l’Eneide, Giulia ha ricordato la fuga da Troia di Enea con il padre Anchise sulle spalle e il figlioletto Ascanio per mano.

Antonio a 95 anni aveva espresso il desiderio di rimettere piede su una nave militare. Ma lo aveva espresso con la consapevolezza che non tutto si può fare… La Marina Militare di Brindisi gli ha permesso di salire a bordo della nave San Giusto e di incontrare un gruppo di militari, che hanno confidato qualche loro malinconia. Antonio era commosso e ha ricordato cose che non aveva mai raccontato prima.

Giampietro, 86 anni, ha raccontato di avere avuto una grande passione: sciare. Ora è in carrozzina e non lo può più fare. Stefania ed Elisabetta hanno organizzato la trasferta in montagna per realizzare il suo sogno: più felici di lui, lo hanno visto, nella sua tuta rossa, prendere la funivia e poi scendere dalle piste innevate, con il viso illuminato di sorrisi e di lacrime…

Nipoti di Babbo Natale offre il pretesto per entrare nelle strutture e per avvicinarsi all’anziano; poi, in genere si rimane magneticamente attratti dalla Persona che si scopre. Chiunque può diventare nipote di Babbo Natale, andare alla ricerca del regalo perfetto per uno sconosciuto e scoprire che il vero regalo lo fa a se stesso, nel vedere gli occhi entusiasti dell’anziano e nel sapere di essere l’artefice di quella felicità. La relazione che si crea è il dono, reciproco e sorprendente.

“Dopo aver conosciuto quella signora bisbetica non ho più potuto fare a meno di tornare da lei”, dice Stefania, nipote di Babbo Natale “Ogni volta che posso, il sabato la vado a trovare e se non ce la faccio la chiamo. Lei è esattamente come sarò io da vecchia: ruvida, diretta, non fa niente per piacere a nessuno ed è proprio per questo che a me è piaciuta da subito. Lei ha capito che le voglio bene e, anche se non me lo dirà mai, io sento che mi aspetta ed è felice di vedermi“.

Il progetto mette al centro la cura dell’anziano, a partire dalla possibilità per lui di esprimere un desiderio e riscoprire una dimensione di ascolto di sé e di affermazione della propria identità, della propria storia, dei propri piccoli sogni. Esso permette di rivolgere uno sguardo fiducioso al futuro, nell’attesa di incontri felici, da parte degli anziani e degli operatori che li affiancano, come testimonia Grazia Crea, educatrice di Fondazione Cà d’Industria Como: “La raccolta dei desideri consiste in un lavoro educativo individuale che richiede una forte empatia e una buona conoscenza della persona ed è un elemento nella quotidianità del lavoro con l’anziano, uno stimolo a superare la dimensione dell’ormai a favore di è ancora possibile. Quando un anziano si sente scelto, speciale per qualcuno, ritrova la voglia di vivere e aspetta con emozione il giorno in cui il desiderio sarà esaudito; un educatore realizza davvero il senso del proprio lavoro e una sorprendente soddisfazione. Questo progetto ha aperto le porte della struttura e ha permesso a tante persone della nostra città e anche di fuori, di scoprire quanta cura e quanto amore c’è nel nostro lavoro”. Tutti quelli che hanno speso cinque minuti per leggere le storie sui social, si sono commossi e hanno regalato un momento di tenerezza alla propria giornata dichiarando “ho ritrovato il senso del Natale”. Prendersi a cuore la felicità di un anziano a Natale, diventava un gesto d’amore verso se stessi.

L’edizione di quest’anno, la terza, sarà ancora più significativa a concludere un 2020 che ha riservato grandi difficoltà e sofferenze, soprattutto alle persone anziane e in particolare a chi vive in una struttura residenziale, dove sono impediti abbracci e incontri, in cui i sorrisi sono velati dalle mascherine. Nipoti di Babbo Natale rappresenta, oggi, una delle rare opportunità di accedere virtualmente alle RSA, donando emozioni e calore reali agli anziani. Il lavoro sul desiderio, su ciò che renderebbe felice l’anziano è anche occasione per rielaborare i vissuti dolorosi di questi mesi, per rivolgere uno sguardo fiducioso al futuro, nell’attesa di incontri felici: sapere che qualcuno ha pensato a loro, ha dedicato del tempo e delle risorse per regalare loro un momento di felicità, li farà sentire più importanti e meno soli!

“Nipoti di Babbo Natale funziona anche se tutto si ferma, anche se siamo bloccati – spiega Marco Trabucchi, direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – A Natale sarà presente: farà ricordare a chi è all’interno delle case di riposo la generosità di chi sta fuori, farà sentire agli anziani che anche per loro c’è uno spazio di Natale, uno spazio di amore, di affetto e di vicinanza. Il dono farà capire a tutti noi che il blocco del Covid è stato superato dall’affetto e dall’amore intelligente di Nipoti di Babbo Natale”.

Nipoti di Babbo Natale continua a crescere, anno dopo anno soprattutto grazie a chi decide di sostenere il progetto con una donazione, come continuano a fare C. Tessile SpA di Guanzate, Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Comasca Onlus e Serenity SpA di Fino Mornasco.

 

           

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Sito web: www.nipotidibabbonatale.it
E-mail: comunicazione@unsorrisoinpiu.it
Tel: 3808936800