LA MATEMATICA COME ARTE

Si è inaugurato con un incontro sul fascino della matematica il calendario 2020 del ciclo “Impresa (im- pré-sa): sostantivo femminile”, organizzato dal Gruppo Imprenditrici di Confindustria Como coordinato da Gaetana Mariani e Laura Sofia Clerici. Protagonista dell’evento, Olivia Caramello, 36 anni, matematica e docente all’Università dell’Insubria di Como.

Il curriculum della professoressa Caramello è costellato di successi raggiunti in brevissimo tempo: laureata in matematica a soli 19 anni presso l’Università di Torino, ha conseguito un dottorato a Cambridge e svolto attività di ricerca in prestigiose istituzioni come la Scuola Normale Superiore di Pisa, il Max Planck Institute for Mathematics di Bonn e l’Università di Parigi 7. È la prima donna in assoluto a cui sia stata offerta una Visitor Chair presso l’IHES – Institut des Hautes Études Scientifiques di Parigi, uno dei più rinomati istituti di matematica e fisica al mondo, che può vantare sette medaglie Fields (la massima onorificenza mondiale conferita ai matematici sotto i 40 anni di età, ndr) tra i suoi professori fin dalla fondazione nel 1958. Dopo aver vinto nel 2017 il bando “Rita Levi Montalcini” per il rientro dei giovani ricercatori italiani all’estero, Olivia Caramello ha scelto la città di Como come sede dei suoi corsi magistrali in teoria dei topoi. Ed è qui che la ascoltiamo parlare, in modo pacato e diretto, a un folto pubblico di colleghi, ragazzi e imprenditori, per scoprire un volto inedito della matematica rispetto a quello – forse un po’ datato – che molti di noi ricordano dai tempi di scuola.

TRA REGOLE E SPUNTI CREATIVI

Il forte legame della professoressa con la materia oggetto dei suoi studi è chiaro fin da subito. Appassionata di scrittura e di musica (è diplomata in pianoforte al Conservatorio di Cuneo, ndr), a 13 anni Olivia Caramello scopre il concetto di dimostrazione matematica. “È stato un vero colpo di fulmine: ho capito che la matematica avrebbe potuto rappresentare uno spazio di libertà, uno spazio in cui esercitare la mia creatività, pur potendo condividere con gli altri i risultati raggiunti. In matematica la verità è definitiva, non provvisoria. Mi piace il carattere costruttivo della matematica: è come un edificio che non può crollare, a cui si possono però dare dei contributi. Da un lato ne apprezzo l’oggettività, perché fornisce una certa stabilità e sicurezza, anche a livello mentale. Dall’altro, la vivo come una forma d’arte, perché permette di avere un proprio stile di elaborazione, di creare una visione personale e al tempo stesso lucida dei temi studiati. Uno stesso teorema infatti può ammettere un’infinità di dimostrazioni differenti. Anche se per raggiungere questi risultati servono un’immersione e un’introspezione totali, mi sento molto appagata dalla mia professione, poiché mi consente di creare un rapporto personale con ciò che studio”.

All’Insubria, Olivia Caramello ha creato un gruppo di ricerca con l’obiettivo di proseguire gli studi di Alexander Grothendieck, il celebre matematico che ha rivoluzionato la geometria algebrica introducendo il concetto di topos. “Uso i topoi come ponti per creare collegamenti tra settori matematici diversi. Sviluppo tecniche unificatrici e mi occupo di studi interdisciplinari, in cui si moltiplicano i punti di vista per risolvere uno specifico problema. Siamo a livelli di astrazione che risultano difficili anche per un pubblico esperto – ammette la docente – però va detto che astrarre, ovvero dimenticare temporaneamente degli aspetti inessenziali di un problema per concentrarsi su un numero limitato di elementi, è molto utile. Ci aiuta a pensare e libera la mente dalla contingenza”. Grazie alle numerose domande del pubblico presente in sala, la ricercatrice ha modo di approfondire il suo punto di vista sulla matematica e sulla sua attualità: “è una sorta di palestra per allenare il cervello, ma anche un contesto controllato e semplificato in cui sperimentare strategie e testare la validità di certi modi di pensare. Per quanto difficile, la matematica resta un modello giocattolo della realtà”. Per questo, sostiene la relatrice, è importante investire nella ricerca “curiosity driven”, ovvero spinta dalla curiosità intellettuale. “È necessario che anche a livello governativo si capisca l’importanza di puntare sulla qualità di una ricerca astratta piuttosto che fermarsi alle sue immediate applicazioni. I sistemi gps, ad esempio, esistono grazie alla teoria della relatività: se ci fossimo basati sulla geometria euclidea, non saremmo in grado di orientarci”.

IL RUOLO DELLA DIDATTICA

Quando viene presentata come qualcosa di monolitico, la matematica può terrorizzare gli allievi: per questo la didattica gioca un ruolo fondamentale nell’indirizzare i ragazzi a scoprire il fascino di numeri e formule, invece di temerli. “I docenti devono mettersi in discussione e accogliere con la giusta dose di umiltà la pluralità degli approcci che possono venire dagli studenti, aiutando i ragazzi a costruire una sensibilità personale fin dalle scuole elementari, senza mettere paletti” spiega Olivia Caramello, ricordando che gli insegnanti non hanno un compito facile. “In un certo senso vivono una situazione di compromesso: devono cercare di far passare il messaggio senza poter entrare nei dettagli tecnici necessari per una presentazione veramente completa della materia. Basti pensare alle frazioni: per spiegarle in modo esaustivo, serve il concetto di relazione di equivalenza, che si studia solo all’università. Sfugge sempre qualcosa e così si rischia di insegnare in modo rigido e arido”.

Durante il suo percorso accademico e professionale, Olivia Caramello ha avuto occasione di entrare in contatto con numerose realtà internazionali, capendo i vantaggi ma anche i punti deboli di approcci all’insegnamento molto diversi tra loro. Non è affatto casuale che abbia deciso di fondare la sua scuola in Italia, dove ritiene che ci sia una percezione più globale dello studio. “In Francia, la situazione è quasi opposta a quella italiana: gli studenti meritevoli vengono tendenzialmente orientati verso le materie scientifiche – racconta – mentre noi consigliamo di intraprendere percorsi umanistici. Il sistema anglosassone è molto pragmatico, i corsi sono brevi (24 ore a fronte delle 64 italiane) e prevedono tantissimi esercizi ed esempi. Così facendo, a mio parere, si perde un po’ di vista l’aspetto filosofico della didattica. Però c’è un’interazione molto più stretta tra università e impresa. Questo significa che chi fa un dottorato in materie teoriche in Inghilterra, ha ottime probabilità di ottenere posizioni prestigiose nelle migliori società di Londra. Chi fa lo stesso nel nostro Paese, magari sperando di entrare in università, si ritrova con un titolo di studio poco spendibile e poco valorizzato. In Italia c’è ancora molto da lavorare su questo fronte e ritengo che si debba valorizzare la scienza, senza penalizzare gli studi umanistici. Io stessa mi considero una ‘traduttrice matematica’: le traduzioni dal latino e dall’inglese che facevo a scuola mi hanno aiutato molto nel corso degli anni. All’Università dell’Insubria riusciamo a fornire un insegnamento su misura e dedicare tempo a tutti gli studenti. Inoltre, abbiamo avviato una preziosa collaborazione con Huawei, che offre borse di studio ai nostri allievi e ha nel suo team matematici di altissimo profilo con cui mi confronto sempre in modo proficuo e stimolante”.

CONFINDUSTRIA COMO PER LE MATERIE STEM

Come spiega Gaetana Mariani, l’evento organizzato nella sede di Via Raimondi si inserisce in un’iniziativa più ampia, che punta a sottolineare e diffondere l’importanza delle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), soprattutto tra le giovani studentesse: “A gennaio è stato avviato il progetto STEM presso il Liceo Classico Alessandro Volta di Como. Teniamo molto a questa iniziativa promossa dal Gruppo Imprenditrici di Confindustria Como e attuata concretamente per l’anno scolastico 2019/20 da Laura Clerici, Sabrina Colombo, Laura Nicolini e Stefania Massoni”. A causa dell’epidemia generata dalla diffusione del Coronavirus, la conclusione del percorso inizialmente prevista per maggio è stata posticipata all’autunno, quando si terrà la premiazione dei progetti vincitori. Il lockdown tuttavia non ha fermato studenti e tutor, che nonostante la chiusura delle scuole e la sospensione della didattica in presenza, hanno continuato a lavorare e interagire tra loro in modalità telematica.

Confindustria Como e il Gruppo Imprenditrici sostengono con piacere l’iniziativa STEAMiamoci, volta a promuovere una maggiore partecipazione delle donne agli studi e alle carriere scientifiche e tecnologiche. Il nome del progetto si pone come un’esortazione e unisce all’acronimo STEM (Science Technology Engineering and Mathematics) la lettera “A” di “Arte”, per includere ogni aspetto della conoscenza e dell’espressività.

STEAMiamoci vuole coinvolgere gli attori civili, politici e imprenditoriali in progetti che inneschino un cambiamento culturale sulle professioni femminili. Le diversità di genere costituiscono una vera ricchezza per le imprese: fanno crescere la produttività, la competitività e l’innovazione, favorendo lo sviluppo sociale dell’azienda. Il sito web www.steamiamoci.it è nato proprio con l’obiettivo di raccogliere le iniziative dedicate a questo tema di grande attualità e di favorire la riduzione del gender gap nel mondo imprenditoriale e in tutte le professioni scientifiche, tecnologiche e informatiche.

A cura di Erica Premoli