Abbiamo tutti sentito più volte la parola superfood nel linguaggio dell’alimentazione e salute, ma cosa significa in verità? È il termine inglese per supercibi, certamente in italiano ha meno carisma, usato per promuovere sul mercato diversi alimenti dai più esotici come le bacche di goji, açai, il tè verde, l’avocado, i semi in genere, l’olio di cocco, la maca, le noci brasiliane, il baobab, il succo d’aloe, le alghe, ai più familiari come i broccoli, la melagrana, la barbabietola, i mirtilli… e la lista potrebbe continuare per pagine. I superfood, secondo i media, sarebbero dei cibi super potenti, quasi miracolosi, che vantano proprietà benefiche straordinarie e possono far guarire da diverse malattie, dal cancro all’Alzheimer, e rendere supereroi. Esiste però una differenza tra essere miracolosi e apportare benefici alla salute.
Diversi studi scientifici concordano sul fatto che la maggior parte di questi cibi, per lo più d’origine vegetale, possiede un elevato contenuto di sostanze antiossidanti che sarebbero in grado di neutralizzare i radicali liberi prodotti dai diversi processi metabolici che avvengono nell’organismo o da un errato stile di vita. I radicali liberi sono responsabili di gran parte delle malattie degenerative, dell’invecchiamento e di alcune forme di cancro. Un’alimentazione varia e ricca di composti antiossidanti rinforza i sistemi enzimatici endogeni di detossificazione, portando a maggior benessere generale e a un ridotto rischio di malattie.
Negli anni ‘80 è stato introdotto il concetto di cibi funzionali ossia “quei cibi che possono influenzare positivamente una o più funzioni fisiologiche, in modo da conservare o migliorare lo stato di salute e di benessere, magari contribuendo anche a ridurre il rischio di insorgenza di quelle malattie correlate ad un certo tipo di regime alimentare”. Un sinonimo di cibo funzionale, spesso utilizzato nel campo scientifico, è nutraceutico, un termine ottenuto combinando le parole nutriente e farmaceutico. Termine di poco effetto nel linguaggio del marketing, preferito invece da una semplice, singola, magica parola: superfood!
Qual è l’origine del termine superfood? Interessante ma poco scientifica! Il termine superfood è stato introdotto nel secolo scorso negli Stati Uniti come strategia di marketing per promuove l’importazione delle banane, pubblicizzandone tutti i loro benefici per la salute. L’uso del termine superfood è poi divenuto popolare in seguito ad alcune ricerche scientifiche (forse sponsorizzate dalle ditte importatrici!) in cui le banane erano impiegate nella dieta per il trattamento della celiachia.
Il consumo dei superfood si traduce spesso in super vendita con super guadagni di super milioni di euro. La loro popolarità è legata a strategie di marketing. Oggigiorno l’informazione viaggia alla velocità della luce e un nuovo superfood appare sul mercato ogni mese.
Però non esiste una definizione scientifica di superfood. Possiamo dire che un superfood è un alimento ricchissimo di nutrienti, in particolare vitamine, sali minerali, antiossidanti ed omega-3, che ha effetti benefici sulla salute. Una definizione troppo generica per l’EFSA (Commissione Europea per la Sicurezza Alimentare) che infatti, dal 2007, non ha permesso l’uso di questo termine nella promozione e commercializzazione di un cibo, a meno che i promessi benefici per la salute non siano dimostrati da rigorose ricerche scientifiche! Nulla, tuttavia, vieta che i media e il web, a scopo di marketing, utilizzino il termine superfood per indicare molti alimenti, di cui si decantano i poteri quasi taumaturgici, purtroppo molte volte non supportati da validi studi scientifici. Per non menzionare le polveri, capsule o compresse preparate con questi alimenti. Il rischio è quello di creare una gran confusione nel consumatore, portato a credere che consumando solo questi supercibi o peggio ancora assumendoli come integratori, possa davvero proteggersi da diverse malattie.
L’esotico piace sempre. Oggigiorno l’idea del superfood è maggiormente legata a cibi poco conosciuti nella nostra dieta mediterranea ossia esotici, che sono di moda. Cibi, che a dire il vero, nel paese d’origine fanno parte della normale alimentazione e non sono considerati superfood. Fa trendy (alla moda) portare sulle nostre tavole l’avocado, il frutto della passione, lo zenzero, la curcuma o la quinoa, per citarne solo alcuni. Mangiare pane, olio d’oliva e pomodoro – la classica bruschetta – sebbene sia un ottimo supercibo dal punto di vista nutrizionale, è considerato fuori moda, non fa cool. Varie ricerche hanno dimostrato che questi tre alimenti rafforzano l’uno le proprietà benefiche dell’altro, trasformando questa semplice pietanza tradizionale in un vero e proprio supercibo, totalmente a base vegetale, economico e adatto a tutti i gusti e a tutte le età. Il licopene contenuto nel pomodoro è un ottimo antiossidante. Diversi studi hanno dimostrato un legame tra il consumo di licopene e la prevenzione del cancro alla prostata ed intestino. L’olio d’oliva extravergine, anch’esso ricco di numerosi principi benefici, consumato con il pomodoro aumenta l’assorbimento del licopene. La bruschetta è solo un semplice esempio, ma la dieta mediterranea comprende diversi cibi ad alto potere antiossidante che sono comunemente impiegati nella nostra cucina tradizionale. Consumare questi alimenti, oltre ad essere salutare, è anche più sostenibile. I superfood esotici arrivano da paesi lontani. Pensate a quanto carburante si deve consumare per portare in Italia le bacche di Goji, quando, consumando frutta e verdura nostrana, possiamo ricevere una simile quantità di nutrienti, contribuendo così ad inquinare meno il pianeta. Inoltre le regolamentazioni in materia di tutela agroalimentare sono differenti da Paese a Paese. Controllate la provenienza di ciò che acquistate. Non dimenticate che gli italiani sono uno dei popoli più longevi: ci sarà un motivo! La dieta mediterranea è una delle più salutari al mondo.
Il consumo dei superfood esotici non è sconsigliato, ma non deve diventare un’abitudine. A volte fa piacere provare qualcosa di nuovo, sperimentare gusti differenti ed arricchire le conoscenze gastronomiche. Non illudetevi, comunque, di poter evitare diverse malattie solo consumando i superfood, senza adottare uno stile di vita sano che comprenda una buona alimentazione, adeguata attività fisica, un corretto riposo e ultimo ma, non per importanza, soddisfacenti relazioni personali. Se i superfood sono inseriti in una dieta varia ed equilibrata che includa diversi alimenti sia d’origine vegetale che animale, il loro contributo al benessere potrebbe essere reale anche se non miracoloso, come indicato da chi li promuove. I miracoli non esistono! Invece, se la vostra dieta è monotona e ricca di cibi lavorati (junk food, per ritornare ad un termine inglese), fumate o siete sedentari non saranno certo lo zenzero, la curcuma o il succo d’aloe a farvi stare bene e proteggervi dalle malattie. Eppure i messaggi pubblicitari tendono a presentare questi supercibi come portentosi e c’è che è convinto che basti solo mangiarli per sconfiggere diverse patologie e vivere più a lungo. La corretta informazione ed il buon senso dovrebbero guidare verso una scelta alimentare consapevole.
Paola Lovisetti Scamihorn è una ricercatrice e food writer italiana, nata a Como. Ha conseguito la laurea in Farmacia presso l’Università・degli Studi di Milano e, in seguito, un Master in Ricerca Medica e Farmacologica presso la Free University di Bruxelles. Ha lavorato come ricercatrice in Belgio e in Austria per più di dieci anni e, dopo il ritorno in Italia, si・è dedicata alla cucina, una passione di tutta la vita.
Ha un blog di cucina tipica italiana scritto in inglese, Passion and Cooking, e collabora con numerose riviste nazionali ed internazionali. Ha pubblicato due libri – Love is Eating, Healthy and Tasty Italian Recipes for Family Meals – (in inglese,Italiano e danese) – un libro sulla cultura culinaria italiana e – The Mamma Mia! Diet – la nuova dieta mediterranea, adatta alla vita del XXI secolo.
A cura di Paola Lovisetti Scamihorn