LUCIANO PIROVANO, BOLTON: “PARTNERSHIP IS THE NEW LEADERSHIP”

Qualche tempo fa, la notizia lanciata dalle agenzie e rilanciata dai giornali nazionali ha stupito non pochi: Como è la prima provincia italiana per export di pesce lavorato. Battuta anche Venezia. E ancora: lago batte mare nelle esportazioni di pesce conservato e lavorato. In tempi di fake news è probabile che qualcuno sia corso a verificarla. Ma questa volta è tutto vero. Fonte, attendibilissima, la Camera di Commercio di Milano. Merito, però, non tanto del bellissimo lago di Como che, certo, non potrebbe sostenere una produzione così elevata, pari a 155 milioni di euro annui, con un aumento del 9% annuo, ovvero cinque volte Venezia, ma di una delle più importanti aziende al mondo di lavorazione del pesce conservato: Bolton Food, attraverso il famosissimo marchio Rio Mare. Oggi il Gruppo Bolton produce e vende un vasto numero di prodotti consumer e ha costruito un portfolio senza paragoni di oltre 50 brand conosciuti nelle categorie alimentari, cura della casa, adesivi, cura della persona e cosmetica, che ad oggi sono presenti in più di 100 milioni di case in 146 nazioni. Il Gruppo conta oltre 11.000 dipendenti distribuiti in 59 uffici e 15 stabilimenti in tutto il mondo.

Abbiamo incontrato Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Food, proprio nello stabilimento di Cermenate, dove viene prodotto il tonno esportato in oltre 50 Paesi, per comprendere l’impegno di questa multinazionale sulla sostenibilità. “Siamo nello stabilimento più comodo al mondo da visitare – ammette, sorridendo, Pirovano, venendoci incontro – perché se gli altri sono sicuramente in posti da sogno, come Mauritius e Seychelles, dove facciamo la prima lavorazione per preparare i filettoni che vengono spediti qui, non si visitano così facilmente. E proprio qui, in provincia di Como, produciamo il tonno più apprezzato al mondo. Per questo sulle nostre scatole scriviamo real italian taste”. Ma Cermenate non è solo lo stabilimento più comodo: è anche il più moderno al mondo e dà lavoro a oltre 600 persone che producono ogni giorno tre milioni e mezzo di lattine di tonno.

Il Gruppo Bolton e, in particolare, Bolton Food, ha messo al centro della propria azione il tema della sostenibilità. Cosa significa per lei questa parola?

Il tema della sostenibilità è stato compreso dal Gruppo nella sua importanza e strategicità, prima che divenisse di dominio pubblico, grazie alla dimensione internazionale di Bolton. Ho cominciato a lavorare sulla sostenibilità nel 2008 quando abbiamo fondato l’ISSF (International Seafood Sustainability Foundation). La vera sostenibilità, che presuppone anche un cambiamento della propria filiera, non s’inventa dalla sera alla mattina. Ha processi lenti e tempi lunghi. I retailer esteri fin da allora ci chiedevano informazioni sulle nostre politiche di sostenibilità, i nostri impegni, gli stock di tonno e molto altro. Le aziende italiane di successo, che fanno della espansione internazionale uno dei loro cavalli di battaglia, sono quelle che hanno capito in anticipo l’importanza della sostenibilità. Per noi, ovviamente, è un tema assolutamente strategico. Bolton Food ha un obiettivo ambizioso: diventare la migliore azienda di tonno al mondo. In particolare, la più sostenibile. Questa ambizione si articola in tre strategie: crescere in maniera profittevole, creare un clima adatto ad attrarre e far crescere le migliori persone e sviluppare la sostenibilità lungo l’intera catena di fornitura. Quest’ultimo goal permette di capire l’importanza che ha la sostenibilità per Bolton Food.

Un impegno totalizzante…

Credo che le aziende non siano solo enti economici ma abbiano anche una responsabilità sociale. Per questo, quelle che vogliono rimanere leader devono avere un atteggiamento responsabile, prendere impegni sulla sostenibilità e dare il buon esempio. E questo vale ancora di più per le aziende alimentari, quelle che vivono grazie alla generosità della natura. Devono fare in modo che questo capitale naturale duri per le prossime generazioni, sia in buona salute e si rigeneri. Per questo, la sostenibilità è uno dei pilastri della nostra azienda. Inoltre, crediamo che sia anche una grande opportunità di creare valore e differenziarsi. È chiaro che per raggiungere risultati bisogna coinvolgere l’intero settore e non solo l’azienda leader. Da ultimo, sempre più ricerche hanno fatto emergere che le aziende più sostenibili sono anche quelle che vanno meglio: quindi questo approccio aiuta ad avere un business più sano e duraturo. Dal 2011, valori come sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa sono stati incorporati a 360° nell’identità di Bolton Food attraverso la creazione e lo sviluppo del programma di sostenibilità “Qualità Responsabile”, permettendoci di dare vita a un modello di business in cui la CSR è un pilastro della visione strategica in grado di contaminare positivamente tutta l’azienda. Il programma “Qualità Responsabile” si inserisce nel più ampio programma di sostenibilità di Bolton Group “We Care”.

Come si traducono concretamente questi impegni?

Le quattro aree sulle quali abbiamo indirizzato i nostri sforzi sono la pesca e la tutela dell’ecosistema marino, il rispetto dell’ambiente, il rispetto delle persone e la corretta alimentazione. Al fine di ottenere tali risultati, ci siamo dotati di competenze adeguate, sviluppando una nuova struttura di governance costituita dal Sustainable Development Department, di cui sono il direttore, il cui compito è assicurare l’implementazione quotidiana di strategie di sostenibilità e che riporta direttamente al CEO. Inoltre, questa funzione si avvale di due comitati, il Fishing Steering Committee e il Sustainable Development Champions Committee, che hanno il compito di portare avanti progetti di sostenibilità in tutte le funzioni d’impresa. Siamo inoltre fortemente convinti che il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dipenda dalla modalità con cui i soggetti pubblici, privati e non profit collaborano tra di loro. Per questo, adottiamo da sempre un atteggiamento positivo e favorevole alle partnership multi-stakeholder volte a mobilitare e condividere conoscenze e competenze per sostenere il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. A testimonianza di questa attitudine posso citare il nostro ruolo nella creazione nel 2009 dell’International Seafood Sustainability Foundation, di cui sono Presidente. Una delle principali autorità riconosciute a livello globale nel settore ittico, di cui fanno parte scienziati e biologi marini. Questa Fondazione, oltre a fare ricerca, emette anche delle normative di autoregolamentazione che vengono rispettate da tutte le aziende che ne fanno parte. L’altro esempio concreto d’impegno che posso portare è il raggiungimento nel 2016 della prestigiosa partnership trasformativa con il WWF, che ci vede impegnati a raggiungere il 100% di tonno pescato da fishery certificate MSC (Marine Stewardship Council) o coinvolte in progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects – FIPs) credibili e robusti entro il 2024.

Com’è nata l’idea di stringere una partnership con WWF?

In qualità di leader di mercato, Bolton Food ha sempre creduto di avere una responsabilità nel guidare l’intero settore verso migliori standard di sostenibilità e, per questo, ha deciso di consolidare e rafforzare il suo impegno per una pesca responsabile tramite una partnership trasformativa di prestigio con il WWF, la più importante NGO al mondo per la protezione dell’ambiente. In particolare, ci siamo impegnati ad aumentare l’approvvigionamento e la produzione di prodotti sostenibili (100% di approvvigionamenti da fishery certificate MSC o robust FIP entro il 2024), aumentare la tracciabilità delle nostre barche e sviluppare una forte politica sui diritti umani allineata alle best practice internazionali. La collaborazione offre quindi un’opportunità importante per influenzare il modo in cui operano le aziende del settore ittico e per incentivare un cambiamento positivo all’interno della filiera del tonno, e non solo. Condividendo le migliori pratiche, questa partnership mira a ispirare i consumatori ad effettuare scelte responsabili e le altre aziende del settore a intraprendere la strada verso la sostenibilità, per contribuire a una pesca ben gestita e a oceani sani. Abbiamo chiuso il 2018 con un dato importante che ci conferma di essere sulla giusta rotta: infatti siamo riusciti a raggiungere il 50% di tonno proveniente da approvvigionamenti responsabili. Per questo noi affermiamo che “partnership is the new leadership”. Fare partnership con l’esterno, aprire l’azienda, dialogare anche con gli stakeholder più critici, arricchisce. Con il WWF abbiamo imparato un approccio alla sostenibilità che vogliamo comunicare. Al tempo stesso il WWF è convinto che in questo modo anche gli altri player del settore seguano questa best practice, muovendo l’intero mercato verso scelte consapevoli.

Tutti ricordiamo il riuscitissimo slogan del vostro tonno Rio Mare “così tenero che si taglia con un grissino”, che ovviamente esaltava la qualità del prodotto. Oggi il vostro motto è “insieme per gli oceani” e raccontate la storia di Ondina. Cos’è cambiato?

Tra il primo e il secondo vi è una differenza sostanziale. “Così tenero che si taglia con un grissino” fa riferimento allo spot pubblicitario di Rio Mare e utilizzato per esaltare alcune feature fondamentali del prodotto in sé. “Insieme per gli Oceani” non è assolutamente il nostro nuovo motto, bensì il nome che abbiamo dato alla campagna di comunicazione della partnership con il WWF, iniziata a dicembre 2016. La partnership è di tipo trasformativo e porterà l’azienda a rifornirsi entro il 2024 esclusivamente di tonno certificato MSC o proveniente da solidi progetti di miglioramento delle attività di pesca (Fishery Improvement Projects – FIPs) e si traduce anche nell’impegno ad aumentare la trasparenza lungo la filiera e nel supporto al progetto di conservazione di WWF che coinvolge l’isola di Tetepare, al largo delle Isole Solomon. “Insieme per gli Oceani” è un progetto di comunicazione della partnership che ha interessato la televisione, eventi instore, e la comunicazione digital, al fine di coinvolgere le nuove generazioni, la cui educazione a scelte responsabili è un tassello fondamentale nel percorso verso la sostenibilità. Da ormai un paio d’anni, comunichiamo al pubblico la partnership con WWF tramite il personaggio di Ondina, la bambina protagonista di un video (e, a grande richiesta delle famiglie, un libro, da quest’anno) che parte in un viaggio alla scoperta dell’Oceano e del nostro impegno per la pesca sostenibile. La storia di Ondina è la realizzazione grafica e ADV degli impegni presi con WWF e ricorda l’importanza, soprattutto per le nuove generazioni, del dialogo con l’oceano che, metaforicamente, rappresenta l’attenzione e la cura dell’ecosistema marino e di tutte le sue specie.

In percentuale, quanto investe Bolton Food sulla sostenibilità rispetto agli altri investimenti? E concretamente in cosa si traducono le risorse che destinate alla sostenibilità?

Le risorse che Bolton Food investe in sostenibilità si concretizzano in progetti articolati lungo i 4 pilastri già citati in precedenza sui quali si basa il nostro programma di sostenibilità Qualità Responsabile ovvero la pesca e la tutela dell’ecosistema marino, il rispetto dell’ambiente, il rispetto delle persone e la corretta alimentazione. Inoltre, contribuiamo al finanziamento delle attività di ricerca dell’ISSF, l’International Seafood Sustainability Foundation, una delle principali autorità riconosciute a livello globale nel settore ittico della quale siamo membri fondatori e che dalla sua fondazione, avvenuta nel 2009, ad oggi ha investito oltre 12 milioni di dollari in attività di ricerca scientifica in mare. Con queste risorse è stato possibile, per fare un esempio, identificare soluzioni per ridurre il fenomeno della pesca accidentale. Ma, in conclusione di questa risposta, mi piace ricordare un aspetto importante: purtroppo in molte imprese il responsabile della sostenibilità riporta all’ufficio comunicazione o all’ufficio personale o, peggio, non esiste ancora la figura del responsabile della sostenibilità. Si tratta di una visione molto limitativa. Da noi la funzione sostenibilità è centrale all’azienda ed ha la stessa dignità ed importanza di tutte le altre funzioni. Ed è cross a tutti i livelli e tutti i Paesi. Oltre a questo aspetto, la sfida nuova è come comunicare la sostenibilità. Stiamo investendo molto in questo, oltre che con il progetto di Ondina di cui accennavo, anche sui social che permettono di targetizzare molto bene i messaggi.

È vero che il consumatore moderno, magari proprio i Millennials, ha maggiore sensibilità e consapevolezza rispetto a questi argomenti ed è disposto a spendere di più per acquistare un prodotto che sia buono anche per il pianeta?

Dalle nostre ricerche di mercato e dalle analisi delle vendite notiamo che la sostenibilità sta diventando un tema sempre più centrale nelle scelte dei consumatori, soprattutto per la fascia più giovane. Gli aspetti relativi all’attenzione all’ambiente e alle persone sono giustamente ritenute dai consumatori temi sempre più cruciali per il nostro settore. Per questo motivo, l’attenzione delle altre aziende ai temi della sostenibilità, della completa tracciabilità del prodotto e della trasparenza delle informazioni in etichetta è notevolmente aumentata. Le aziende responsabili stanno ormai puntando a rispondere a questo trend, non solamente per “cavalcare una moda” ma anche perché comprendono l’importanza del tema.

Quindi la sostenibilità fa bene anche al bilancio?

Assolutamente sì, ma non sempre i benefici della sostenibilità sono visibili nel breve periodo. Spesso, infatti, sono necessari investimenti importanti che fanno sembrare la sostenibilità quasi come un capriccio. Inoltre, le esternalità prodotte da scelte sostenibili sono spesso difficilmente quantificabili con gli indicatori utilizzati solitamente dai modelli di business. Stiamo tuttavia assistendo ad un cambiamento in questo ambito: le aziende più impegnate su questi temi stanno iniziando a dotarsi di modelli alternativi per la misurazione dei propri impatti e delle proprie scelte di sostenibilità, che permettano di comunicare anche ai propri investitori o a chi non è un tecnico del settore le motivazioni alla base degli investimenti effettuati e i benefici che si generano. Per quanto ci riguarda, notiamo con soddisfazione un apprezzamento da parte dei consumatori dei nostri prodotti certificati MSC, come il Filod’olio, nuova referenza lanciata lo scorso anno e che sta performando molto bene perché rappresenta anche un prodotto antispreco.

Oltre che verso l’esterno, verso l’ambiente, le vostre azioni di sostenibilità si rivolgono anche all’interno della fabbrica?

Le azioni di sostenibilità sono assolutamente rivolte anche all’interno delle nostre fabbriche. In quanto leader nel mercato del tonno in scatola e da sempre impegnati nella minimizzazione dell’impatto ambientale delle proprie attività, Bolton Food ha ridotto del 7% il consumo di acqua su prodotto rispetto al 2017 nello stabilimento di Cermenate, tra i più avanzati tecnologicamente d’Europa generando un risparmio idrico equivalente a 26 piscine olimpioniche. Il sito produttivo di Rio Mare, il più grande e tecnologicamente avanzato d’Europa, produce oltre 3.500.000 lattine al giorno e utilizza l’acqua nelle fasi di scongelamento del pesce e nella sterilizzazione delle lattine, oltre che per il funzionamento stesso degli impianti e la loro pulizia. Questo risultato rispecchia l’impegno di Rio Mare per la salvaguardia delle risorse ambientali e si va ad aggiungere agli altri risultati positivi raggiunti dalla società, come l’utilizzo al 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili da parte dello stabilimento di Cermenate, in particolare idroelettrica, e grazie al recupero di oltre 99% dei rifiuti prodotti. L’attenzione al risparmio energetico è dimostrata anche dai nuovi impianti energivori e dalle nuove apparecchiature installate e dotate di sistemi per il contenimento dei consumi termici (economizzatori) ed elettrici (regolatori di velocità dei motori elettrici di tipo inverter). Anche il tema del controllo delle emissioni di gas serra è sempre più centrale per l’Azienda, sia negli stabilimenti produttivi che negli uffici. Nel periodo 2014-2017, sono calate complessivamente del 20%, passando da 42.447,14 a 34.129,40 tonnellate di CO2. Grande attenzione viene rivolta anche al miglioramento delle confezioni: negli ultimi due anni gli interventi di riduzione dei metalli hanno portato l’Azienda a risparmiare complessivamente circa 290 tonnellate di alluminio e banda stagnata, pari al peso di circa 240 utilitarie. Ad oggi, l’81% di carta e cartone utilizzato per queste confezioni proviene da materia prima riciclata.

Un altro importante impegno che avete assunto è quello della tracciabilità. Cosa significa?

Abbiamo sviluppato un sistema di tracciabilità all’avanguardia, certificato ISO 22005, che ci permette non solo di garantire la sicurezza alimentare del prodotto finale, ma anche di promuovere la tutela dell’ecosistema marino. Infatti, i nostri sistemi di tracciabilità svolgono un ruolo importante nella lotta alla pesca illegale, nella gestione sostenibile delle aree di pesca e nella governance delle nostre politiche di sostenibilità. I nostri impegni e i nostri risultati in termini di sostenibilità sono comunicati anche sul nostro sito www.qualitaresponsabile.it e nel report Socio-ambientale che abbiamo pubblicato ad ottobre 2018 e ci consentono di essere la migliore azienda al mondo sul tema della tracciabilità.

Un tema all’ordine del giorno di molti dibattiti e di molte aziende è quello dell’inclusione. Cosa ne pensa e cosa sta facendo Bolton in questo senso?

Siamo da sempre impegnati per le esigenze e il rispetto dei nostri lavoratori, assicurando a tutti la massima sicurezza sul lavoro e offrendo loro contratti stabili e un ambiente di lavoro in grado di attrarre nuovi talenti. Sicuramente anche a livello di gender siamo molto attenti all’inclusione di tutti, motivo per cui guardando i nostri dipendenti si nota che il sesso femminile non è assolutamente messo in secondo piano ma, anzi, nel 2017 rappresentava il genere più presente in azienda in termini numerici (50.5% donne e 49.5% uomini). Inoltre, dal primo luglio 2019 è entrato in vigore il nuovo Vessel Code of Conduct, che si basa sui principali codici per il rispetto dei diritti umani (come la ILO convention). Il Code of Conduct regola aspetti quali il lavoro minorile, il salario minimo, l’orario di lavoro, la riduzione della discriminazione. Mi piace anche ricordare che nel mondo, compresi i Paesi in via di sviluppo, diamo lavoro a migliaia di persone. Pensi che solo nelle isole Solomon diamo lavoro ad oltre 2000 persone: siamo il secondo datore di lavoro dopo lo Stato. Si capisce, quindi, come la responsabilità sociale, ambientale ed economica siano un tutt’uno. Non può esistere una senza le altre.

In questo aspetto rientra anche il welfare. Quali sono le azioni di Bolton su questo tema?

Siamo convinti che il successo di un’azienda si misuri anche dall’attenzione alla salute e al benessere dei propri dipendenti, non soltanto sul posto di lavoro, ma anche al di fuori. Per questo motivo, ogni anno mettiamo a disposizione dei nostri dipendenti un piano di attività di welfare aziendale, che ha il compito di migliorare ulteriormente la qualità dell’ambiente di lavoro, sostenere i nostri dipendenti nelle loro esigenze e sviluppare un più forte senso di appartenenza alla comunità aziendale. Questa iniziativa si inserisce all’interno di una più ampia strategia di Bolton Group, che ha dato vita, nel 2013, a Bolton for You, il programma di welfare aziendale che si è arricchito ogni anno di un numero sempre maggiore di servizi dedicati ai dipendenti e suddivisi su quattro aree: salute, famiglia, risparmio e tempo libero. Il programma, in vigore per il momento solo in Italia, offre: campagne di prevenzione medica (bilancio della salute, protocolli specialistici, prevenzione oncologica per le donne); servizi dedicati alla famiglia (rimborso spese scolastiche e campus estivi); voucher per cinema, terme e viaggi, sconti sull’abbonamento per il trasporto pubblico; servizio di compilazione del Modello 730, ecc. Inoltre, nell’ottica di aumentare la partecipazione dei dipendenti alla vita dell’azienda, sono state intensificate le attività di comunicazione interna, fra cui il potenziamento della newsletter aziendale per informare sulle novità e i progressi compiuti da Bolton Food, anche in relazione ai progetti di sostenibilità.

Un consiglio ai giovani?

Penso sinceramente che il fenomeno Greta Thunberg ci stia aiutando a sensibilizzare nella direzione su cui da anni investiamo: il rispetto dell’ambiente e dell’intero ecosistema marino, per noi e per gli esseri viventi che ci abitano. Consiglio ai giovani di non arrendersi dinanzi alle difficoltà e ai lunghi tempi di cambiamento. Impegnarsi per queste cause, anche se in piccola parte, è comunque un aiuto enorme per il nostro pianeta. Bolton Food, per me, è un ottimo esempio di azienda consapevole di come il percorso della sostenibilità sia ancora lungo, ma siamo pronti ad accogliere e affrontare la sfida, con l’orgoglio e l’ambizione di continuare ad essere un modello per l’industria e il desiderio di trasformare un pezzo di mondo in un posto migliore. È diventato un tema strategico per le aziende leader, che di norma sono anche le più sostenibili, e per i consumatori. Il seguito che ottiene Greta Thunberg, l’allarme sui cambiamenti atmosferici, la minaccia del riscaldamento globale stanno ormai influenzando i giudizi dei consumatori, specialmente i più giovani.

MSC: cos’è?

MARINE STEWARDSHIP COUNCIL

Pesca sostenibile significa lasciare nei mari abbastanza pesci, rispettare gli habitat e assicurarsi che le persone che dipendono dall’economia della pesca possano mantenere i loro mezzi di sussistenza.

LO STANDARD MSC PER LE AREE DI PESCA

Lo standard per le aree di pesca MSC è stato sviluppato in collaborazione con scienziati, con l’industria ittica e con le organizzazioni per la protezione dei mari e serve per valutare se un’area di pesca è ben gestita e sostenibile. Riflette le migliori pratiche di gestione e le conoscenze

scientifiche più aggiornate e condivise a livello internazionale. La certificazione delle aree di pesca secondo lo standard MSC è volontaria, ed è aperta a tutte le aziende coinvolte nella pesca. Questo include la maggior parte delle specie di pesce e frutti di mare.

I TRE PRINCIPI FONDAMENTALI

  • Stock ittici sostenibili

Rimane abbastanza pesce nell’oceano? La pesca deve lasciare in mare abbastanza risorse per far sì che lo stock possa riprodursi e l’attività di pesca possa così proseguire nel tempo.

  • Riduzione al minimo dell’impatto ambientale

Quali sono gli impatti? La pesca dev’essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto, consentendo a piante e animali marini di prosperare.

  • Efficace gestione della pesca

Le operazioni sono ben gestite? La pesca dev’essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.

 

A cura di Stefano Rudilosso