Cantù città del mobile. Vero. Ma da oltre dieci anni, Cantù è anche città della ricerca medico-farmaceutica e sperimentazione clinica di alto livello. Merito di Flavio Lietti e di LB Research, azienda da lui fondata nel 2007 insieme a Nicoletta Belotto, responsabile delle Clinical Operations e a Flavia Baruzzi, Direttore Scientifico. La Società ha sede in via Lombardia a Cantù, tra mobilifici e nuovi ipermercati. Un settore poco conosciuto dal grande pubblico quello della ricerca clinica, che assume il nome di Contract Research Organization, ma di vitale importanza per la salute, è proprio il caso di dirlo, a livello internazionale. Sì, perché LB Research supporta, in tutte le fasi di sviluppo clinico, le multinazionali farmaceutiche di tutto il mondo. Una presenza discreta ma fondamentale che negli ultimi anni ha ampliato la propria area di attività grazie a partnership in tutti i paesi europei. Inoltre, LB ha stipulato accordi di collaborazione con strutture di ricerca scientifica israeliane e sudafricane. Un’attività molto particolare, come particolare è un’altra caratteristica dell’azienda canturina: con l’eccezione proprio del fondatore, infatti, le altre 29 persone che in essa vi lavorano sono tutte donne.
Una scelta consapevole, quella di Flavio Lietti, che ha una motivazione ben precisa: “Si assumono solo donne – spiega per rispondere alla comprensibile curiosità dell’intervistatore maschio – perché, sulla base della mia esperienza, sono più precise, più accurate e più riservate. Il nostro lavoro, prima di iniziare uno studio, comporta la sottoscrizione di importanti accordi di riservatezza per molecole ancora in sviluppo e per contratti di rilevantissimo valore economico, di conseguenza, la capacità tutta femminile di garantire la massima confidenzialità è fondamentale. Ma non si tratta solo di questo – prosegue il Presidente di LB Research –, le nostre dipendenti sono tutte professioniste altamente specializzate in discipline scientifiche, con una significativa esperienza nel settore e l’85% sono in possesso di laurea in discipline scientifiche. Tali caratteristiche hanno sempre consentito di raggiungere risultati di altissimo livello, migliori di quelli di alcuni dipendenti uomini con i quali in passato ho avuto esperienze”. Dall’alto della trentennale esperienza non possiamo che convenire con Lietti che di persone, in questo ambito, ne ha conosciute tante. Ma da dove nasce il suo impegno in questo settore? “Ho iniziato questa attività a metà degli anni ‘80 a Cantù, quando mi fu proposto di entrare in Farma Resa dove mi occupavo di dossier farmaco – tossicologici e, successivamente, la proprietà mi chiese di implementare un dipartimento di ricerca clinica. Dopo qualche anno diventammo cinquanta persone in quella che fu la prima importante realtà italiana del settore. Restai circa vent’anni e poi accettai un incarico in una società analoga, ma più grande, a Milano. Dopo poco tempo, però, mi resi conto che mi mancava l’indipendenza che avevo a Cantù nella precedente società, e rischiavo di perdere il background che avevo acquisito fino a quel momento. Allora con Nicoletta e Flavia, che erano rimaste nella precedente società, decidemmo di fondarne una tutta nostra. A gennaio 2008 LB Research divenne operativa. Allora eravamo solo noi con 3 dipendenti e progressivamente siamo cresciuti fino ad arrivare alle trenta persone attuali”. Una crescita media annua del 25% che permette all’azienda di godere di ottima salute grazie anche ad una grande credibilità costruita nel tempo che le ha consentito di diventare, in pochi anni, uno dei principali punti di riferimento nel settore della ricerca clinica. “Lavoriamo in tutte le patologie ed in tutte le aree terapeutiche – spiega Lietti – ma l’area dove possiamo vantare la maggior esperienza ed il maggior numero di progetti in gestione è quella oncologica: siamo il riferimento in Italia per il carcinoma polmonare di una importante multinazionale”. Ma come avviene il processo di sperimentazione di un farmaco? “È un percorso di studio lungo che può arrivare anche a 10-12 anni e può avere dei costi che possono raggiungere anche 3-4 miliardi di dollari e non sempre si raggiunge l’obiettivo sperato: l’approvazione e la commercializzazione del farmaco. L’iter è costituito da tre fasi importanti: si parte dall’ideazione per passare alle prove tecniche di fabbricazione, di laboratorio, in vitro e in vivo, testando una serie infinita di molecole per arrivare a selezionarne una sola che, se tutto va bene, diventerà farmaco.
Terminato questo iter è il momento del cosiddetto sviluppo clinico, cioè la somministrazione del prodotto all’uomo; ciò presuppone ulteriori tre fasi. La fase 1, di cui LB Research non si occupa, che prevede uno studio in volontari sani nei quali viene studiata la farmacocinetica, ovvero l’interazione tra farmaco e l’organismo, stabilendone i dosaggi, l’assorbimento, la distribuzione, l’eventuale accumulo e l’escrezione. Successivamente, se avuti i riscontri positivi dai soggetti sani, è il momento della fase due e tre. La fase 2 stabilisce, a differenza della fase I, il comportamento dell’organismo a contatto con il farmaco, in parole povere, il meccanismo d’azione. Questa fase presuppone il coinvolgimento di un campione limitato e super selezionato di pazienti. Terminata la fase 2, inizia la fase 3 che viene condotta su una casistica di migliaia di pazienti dove si valuta l’efficacia e la tollerabilità del farmaco”. Queste due fasi, che sono le più importanti, sono di competenza di LB Research: “Sì, la nostra azienda individua università e/o ospedali specializzati nella patologia in cui il farmaco, quando disponibile sul mercato, verrà utilizzato. Per prima cosa redigiamo un protocollo clinico che sottoporremo, per conoscenza, agli Sperimentatori che selezioneremo, dopo di che iniziamo l’allestimento di tutte le pratiche autorizzative etico-amministrative con i Comitati Etici e con le Direzioni Generali degli Enti. Quando abbiamo raccolto le adesioni dai clinici, prepariamo la documentazione per avere l’autorizzazione da parte delle Autorità Competenti come l’italiana AIFA, l’EMA o, se lo studio fosse condotto anche negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA). Nel momento che tutte le autorizzazioni sono state ottenute, lo studio clinico può iniziare”. Un percorso di sperimentazione dove, naturalmente, viene per prima cosa tenuta in considerazione la salute del paziente e la sua libertà di scelta: “Se firma il consenso a partecipare alla sperimentazione ma dopo un mese volesse, per qualsiasi motivo, ritirarsi, può tranquillamente, senza perdere alcun diritto di assistenza e cura. Il nostro è un lavoro molto bello ma anche molto complesso. LB Research investe centinaia di migliaia di euro ogni anno in nuove risorse, in formazione continua ed in digitalizzazione”. Ma Flavio Lietti non è tipo da fermarsi qui. La sua attenzione è anche rivolta al futuro: “L’intelligenza artificiale mi interessa molto. Sono convinto che tale innovazione tecnologica stia portando la medicina a compiere passi da gigante. Ovviamente, serviranno formazione ed aggiornamenti continui ed anche nuove risorse altamente specializzate”. Risorse rigorosamente di sesso femminile, aggiungiamo noi.
A cura di Stefano Rudilosso