
Cesare Pavese scriveva che non si ricordano i giorni, ma gli attimi. Osservando le incredibili creazioni di La Vallée, sembra quasi che Leopoldo e Massimiliano Quintavalle, seconda e terza generazione della famiglia di origini veneziane che da oltre 50 anni guida una realtà totalmente made in Italy apprezzata a livello internazionale, facciano quotidianamente di questo concetto una missione. Varcare il cancello della sede di Vertemate con Minoprio, in provincia di Como, significa scoprire una fucina di creatività e talento in cui vengono realizzate vere e proprie opere d’arte. Ogni componente del team La Vallée ha uno stretto legame con l’azienda, che trapela dallo sguardo orgoglioso di chi, dopo un iniziale accenno di timidezza, si sofferma con piacere a spiegare la nascita di ogni progetto, disegno o prototipo, emozionandosi nel descriverne ciascun passaggio. Mentre Leopoldo, CEO di La Vallée, si muove veloce tra i vari reparti, indossando un camice bianco con l’elegante logo aziendale ricamato sul taschino, Massimiliano Quintavalle, Managing Director, fa spazio nella sua fitta agenda per accompagnarci con pacatezza e dovizia di dettagli alla scoperta di questa eccellenza tutta italiana.
Ing. Quintavalle, può raccontarci le tappe principali dei vostri 50 anni di storia?

Nel 1938 mio nonno, Antonio Romano Quintavalle, apre un piccolo laboratorio di riparazione di orologi da tasca e da tavolo a Venezia, vicino al Ponte di Rialto. Qualche anno dopo, nel 1954, un cliente originario di Cernobbio gli chiede di venire brevemente a Como per occuparsi della sua collezione privata e il nonno, che all’epoca aveva già sette figli, si trasferisce nel periodo estivo con tutta la famiglia. Il cliente rimane talmente soddisfatto che decide di attrezzare un vero e proprio laboratorio in casa, chiedendo al nonno di restare. Lui accetta e sposta la sua attività a Como, in viale Lecco. Il laboratorio cresce e il nonno, da sempre appassionato di arte e di oggetti antichi, decide di creare il suo primo orologio, comprando i meccanismi in Svizzera. Sceglie di adattare una delle lanterne che si usavano sui treni delle Ferrovie Nord prima dell’arrivo dell’illuminazione elettrica, la svuota, la rifinisce e la trasforma in un oggetto da interno con orologio , per poi venderla a un antiquario milanese che in seguito gli commissionerà altri lavori. Il suo primo vero orologio artistico è un putto che sorregge una catenella con un orologio: la figura è fusa e poi cesellata a mano, grazie alla maestria degli artigiani presenti in quegli anni a Fino Mornasco. Non molti sanno che l’arte del cesello si è sviluppata proprio qui sul territorio, con un legame molto forte sia con il distretto serico comasco sia con quello orafo milanese. Il nonno assume quindi delle figure che si occupano del lato artistico del lavoro. In seguito l’attività si sposta a Cermenate: il laboratorio si chiama La Clessidra. Nel 1974 la necessità di ingrandirsi porta la mia famiglia a trovare la sede dove siamo adesso, a Vertemate, e a cambiare il nome dell’azienda. è il signor Fiumi, un amico di mio nonno proprietario di un importante negozio di orologi e gioielli milanese che era anche un salotto culturale, a suggerire di donare la musicalità della lingua francese, all’epoca la lingua ufficiale dell’orologeria, al nostro cognome. Quindi Quintavalle viene trasformato in La Valle, e da lì in La Vallée. Nello stesso anno partecipiamo per la prima volta alla fiera mondiale dell’orologeria a Basilea, presentando il primo orologio da tavolo. In quel periodo iniziamo a costruire i pezzi meccanici con le macchine utensili, arrivando a produrre anche 2000 orologi. Mio padre Leopoldo, che dirigeva l’ azienda già da qualche anno, si occupa sia della produzione sia di strutturare il reparto vendite, poi seguito da mio zio, mentre le zie curano la parte amministrativa, e un’altra disegna i modelli. Nel 1984 bussa alla nostra porta un signore distinto che ci chiede di realizzare un orologio alto due metri con pietre preziose e cristalli. Il nonno, più cauto e conservativo, esita: è mio padre ad accettare la sfida, che porterà alla creazione del primo pezzo unico firmato La Vallée, con metalli preziosi che non erano mai stati lavorati prima. Nel 1986 mio padre diventa CEO e da quel momento ci specializziamo nella realizzazione di pezzi unici. La scelta si è rivelata vincente, perché nel corso del tempo il mercato dell’orologio da tavolo, molto diffuso fino ai primi anni Settanta, è andato a scomparire, mentre noi ci siamo specializzati in queste creazioni molto particolari, ricevendo numerose richieste che ci hanno spinto ad ampliare le nostre conoscenze. Il tutto preservando l’artigianalità che ci ha sempre caratterizzato e al tempo stesso innovando, prima sviluppando complicazioni sui meccanismi, poi creando interamente i nostri meccanismi, che per una realtà così piccola non è affatto banale. Al momento noi realizziamo tutto qui, e vi assicuro che è molto difficile.
A distanza di 50 anni, crede che il trasferimento dalla Laguna di Venezia alle sponde del Lago di Como sia stata la decisione giusta?
Il trasferimento rappresenta un tassello importante della nostra storia, perché parte di ciò che siamo deriva proprio dalla nostra presenza in questo territorio. Tutti i collaboratori abitano nei dintorni, il più lontano viene da Milano. Siamo molto contenti e fieri di questa decisione, anche se non nascondo che è difficile, vista la vicinanza con la Svizzera. Abbiamo scelto di rimanere orgogliosamente italiani, rifiutando anche proposte molto allettanti oltreconfine: rimaniamo a Vertemate, nella sede scelta cinquant’anni fa da mio nonno e da mio padre nell’anno in cui sono nato, innanzitutto perché vogliamo continuare a realizzare in Italia qualcosa che generalmente fanno gli svizzeri, e poi perché il personale è della zona e per noi i collaboratori e le loro famiglie vengono prima di tutto.
Quali sono gli ingredienti per la longevità di un’impresa?

Credo che la longevità di La Vallée derivi dalla capacità di evolvere mantenendo le nostre caratteristiche peculiari, i nostri valori: una squisita manifattura tutta italiana, l’innovazione tecnica orologiera e un livello di personalizzazione fuori dal comune. Produrre pezzi unici significa restare in un certo senso “nascosti”: ogni creazione viene consegnata al cliente senza che ci sia la possibilità di mostrarla al grande pubblico o raccontarla nel dettaglio. Nel 2019 abbiamo quindi deciso di creare delle limited edition di orologi, allo scopo di farci conoscere maggiormente. ATTIMO Golf, un segnatempo dedicato ai professionisti e agli appassionati di questo sport, è prodotto in 50 unità, che contengono tutti gli ingredienti del pezzo unico e sono realizzate con metalli preziosi, pietre e gioielli. Allo scoccare di ogni ora, ATTIMO Golf ripropone il colpo vincente. Tutti i componenti sono rifiniti a mano dal nostro cesellatore, come in ogni creazione La Vallée. Se lo desidera, il cliente può anche mandarci delle foto per personalizzare la figura e l’attrezzatura del golfista nei minimi dettagli: dal volto alla sacca, fino ai driver in oro e diamanti. Qualche anno dopo è nato ATTIMO Polo, sempre realizzato in 50 unità, e stiamo attualmente lavorando a due particolari variazioni di ATTIMO: una dedicata a un campione di equitazione che ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi, per cui stiamo studiando attentamente la fisionomia dell’atleta e del suo cavallo grazie alle fotografie forniteci dal padre dello sportivo; la seconda variazione è nata come pezzo unico per celebrare le elezioni presidenziali in Messico, e vede protagonista l’aquila emblema del Paese intenta a ghermire il serpente. In questi giorni stiamo anche preparando il concept per la nostra candidatura alla Dubai Watch Week, in cui presenteremo un allestimento esperienziale dedicato a tre dei nostri prodotti principali, ATTIMO, M30TP e Cosmo. Proporremo tre esperienze diverse, attraverso le quali i visitatori potranno capire il processo creativo e la personalizzazione dietro ad ogni segnatempo.
Le vostre creazioni sono frutto di un lungo e meticoloso lavoro: ne avete già brevettata qualcuna?
Sì, il primo brevetto che abbiamo depositato è relativo a un calendario perpetuo, una delle più grandi complicazioni dell’orologeria. Normalmente questi meccanismi sono fatti di una cinquantina di componenti molto delicati: il nostro calendario perpetuo, che si concretizza in M30TP, ha solo 7 pezzi e può essere regolato semplicemente con un dito in ogni momento della giornata, in avanti e all’indietro. M30TP al momento è un pezzo unico ed è stato concepito nel 2019 per essere inserito in un tavolo realizzato in collaborazione con Riva1920, in cui abbiamo condensato tutto quello che abbiamo imparato a livello di design, tecnica orologiera e finiture. È innovativo nella forma, nella struttura e nelle componenti tecniche. Lo scappamento, il cuore dell’orologio, funziona senza gabbia e senza ponte, e per via delle sue notevoli dimensioni, è sospeso magneticamente, invece che su rubini come nell’approccio tradizionale. Il ticchettio dell’orologio può essere sincronizzato con la frequenza del battito cardiaco a riposo del proprietario. Stiamo investendo tanto in innovazione: al momento stiamo perfezionando Cosmo, un orologio astronomico che mostra le stelle sopra il Lago di Como ed è in grado di conservare la carica per 406 giorni. Luciano, che dirige il reparto Ricerca & Sviluppo e sta lavorando al prototipo, è molto più di un ingegnere, direi piuttosto un vero e proprio inventore, come suo padre Riccardo, un nostro collaboratore storico. Cosmo è il secondo brevetto La Vallée che presenteremo ai prossimi eventi internazionali dedicati all’orologeria.
La vostra è un’azienda familiare di successo: come è avvenuto il passaggio generazionale e quali criticità avete affrontato?

Per noi il passaggio generazionale non è un processo circoscritto al passaggio di testimone tra i vari componenti della famiglia Quintavalle ma interessa tutto il personale, coinvolge le maestranze che qui hanno ruoli molto specifici e proprio per questo vengono formate internamente. In questi anni abbiamo dovuto affrontare un consistente ricambio dei collaboratori: coinvolgere i giovani in un settore come il nostro non è semplice senza una formazione specifica. Ogni progetto è diverso, servono attenzione ed esperienza: il percorso di ogni collaboratore va coltivato e ognuno deve conoscere un po’ dello step precedente e di quello successivo alla propria mansione. Claudio lavora con noi da quando ha 19 anni, viene dalla scuola d’arte e qui poi ha sviluppato le sue competenze informatiche, diventando progettista CAD 3D. Salvo, designer e art director laureato alla NABA di Milano, segue anche tutti gli aspetti del brand, la comunicazione e i profili social, realizza internamente tutti i nostri video e dà quel tocco ai prodotti che permette di trasmettere l’essenza di La Vallée all’interno delle nostre creazioni. Angelo è un esperto cesellatore che si è formato nelle rinomate botteghe di Fino Mornasco ma soprattutto è una persona squisita che ha voglia e piacere di trasmettere tutto quello che sa a Giulia, seduta allo stesso tavolo di fronte a lui. Angelo e Giulia si occupano anche di lucidare a mano tutte le componenti dei nostri segnatempo. Giulia, poco più che ventenne, è una delle risorse più giovani, insieme a Leonardo, apprendista finitore, arrivato qui da noi quattro anni fa in alternanza scuola-lavoro. Terminato lo stage, Leonardo ha provato a continuare gli studi, poi ha fatto un’altra esperienza lavorativa e infine ha scelto di tornare qui.
Ho notato che spesso preferisce definire i vostri prodotti “segnatempo”, un termine molto poetico che racchiude tante sfaccettature rispetto alla parola “orologio”…

È vero: in La Vallée il concetto di orologio si è evoluto, per questo preferiamo parlare di segnatempo, in inglese timepieces. Sono oggetti legati al cliente e alle sue emozioni e ricordano momenti molto personali ai proprietari. Ad esempio, Flora e Fauna nasce nel 2014 dalla richiesta di un cliente che, dopo aver visto nel suo giardino un colibrì e un farfalla posarsi su alcuni fiori, ci ha chiesto di realizzare un orologio orizzontale capace di ricordargli quel momento. I fiori sono in giada e cristalli, il colibrì è in argento, i numeri fatti a mano dal nostro orafo. Schiacciando un pistillo, l’orologio si illumina e parte una musica rilassante che evoca i suoni di un giardino incantato. ATTIMO, ogni ora, ricorda al cliente l’emozione che ha provato nel preciso istante in cui ha scoccato il colpo vincente, un concetto che, per estrapolazione, può evocare il successo. Un segnatempo La Vallée non è un oggetto che ti dice che ora è, ma è qualcosa in grado di donarti un ricordo o di evocare una connessione particolare, che va oltre la materia. Questo vale per tutti i nostri prodotti, perché anche quelli più tecnici parlano di qualcosa che è legato al cliente.
Il vostro portfolio vanta numerosi progetti incredibili: può raccontarci la sfida più complessa a cui avete dovuto rispondere?

Sicuramente la scelta di realizzare il primo pezzo unico, nel lontano 1984, è stata per noi una sfida e allo stesso tempo un momento chiave. L’orologio pesa circa 200 chili, le colonne che sorreggono il quadrante sono in cristallo di rocca, la mappa, sbalzata e cesellata a mano, si apre per mostrare i meccanismi interni, le foglie – che rappresentano i raggi di un sole – sono in argento. Il committente, un uomo di origini italiane, cresciuto in Svizzera, è stato uno dei nostri migliori clienti. Dotato di uno charme e di una creatività sconfinati, nella sua vita ha fatto di tutto, dallo steward all’imprenditore. Pensate che a New York, all’ingresso della Trump Tower, c’è un’aquila in argento con cristalli di ametista larga 2 metri, realizzata da lui. Nel settore dell’orologeria si è sempre fatto tutto alla stessa maniera: il nostro approccio consiste nel pensare diversamente, nel trovare soluzioni che permettano di usare meno componenti, di renderle più affidabili, e di semplificare il tutto. Ovviamente sintetizzare conoscenze molto specifiche e complesse è un processo molto più difficile. La sfida principale oggi è portare avanti l’azienda su due direttrici, una focalizzata sull’innovazione tecnologica, l’altra sul mantenimento dei mestieri e delle arti che abbiamo la fortuna di avere e che costituiscono parte integrante dei nostri prodotti.
Che consiglio darebbe ai giovani che si affacciano sul mondo del lavoro?
Consiglierei loro di avere sempre la curiosità negli occhi: chi è curioso e motivato, chi ha entusiasmo verso la vita, può fare tutto. A volte purtroppo i ragazzi non hanno un quadro completo di cosa si può fare dopo gli studi e per loro è difficile capirlo senza provare e sperimentare, fino a che non trovano la strada giusta. A mio parere, ci sono vincoli che impediscono ai nostri figli di esprimere il loro vero “io”: i ragazzi sono vincolati dall’assunzione di informazioni preconfezionate, assorbono input a un ritmo frenetico… e a questo spesso ci aggiungiamo noi adulti, che spegniamo le loro prospettive. Per trovare dei giovani che abbiano passione – e ce ne sono – bisogna anche sapersi avvicinare a loro.
Cosa c’è nel futuro di La Vallée?
Vogliamo diventare un punto di riferimento, trasformando quello che era l’orologio da tavolo in un oggetto di design tecnico con le caratteristiche che ci rappresentano, che sia legato alla persona che lo acquista ma che possa anche fare da ambasciatore della maestria italiana. Ci piacerebbe che i nostri segnatempo venissero inseriti in case e uffici come se fossero un’opera d’arte: una scultura o un dipinto vengono scelti non per la loro funzione ma perché rappresentano dei valori per chi li possiede. Nell’immediato futuro, l’obiettivo è quello di proporci a un pubblico sempre più ampio, grazie a eventi internazionali come la Dubai Watch Week.
A cura di Erica Premoli