Da sempre, ogni società si fonda su presupposti che costituiscono l’essenza della sua identità collettiva: una fede, un’ideologia, una tradizione. Sono credenze dall’eccezionale potere di definire e dividere i popoli e le politiche del mondo. Chi noi siamo è essenzialmente ciò in cui crediamo.
I cinesi credono che l’ambiente svolga un ruolo vitale nel plasmare il nostro mondo interiore, e che intorno a noi ci sia un campo di energia invisibile, il Qi, che permea ogni cosa. La separazione tra uomo e ambiente è una visione tutta occidentale, che fa capolino nei nostri comportamenti quotidiani. Ci muoviamo nello spazio con fare antropocentrico, certi di interagire in modo arbitrario con il mondo. Agiamo come se la pelle fosse un isolante che separa il nostro Sé dall’esterno, alimentando l’illusione psicologica di un’individualità che trascende il Tutto. Invece, siamo organismi interconnessi, dotati di un codice bioelettrico e immersi in un’infinità di campi elettromagnetici, naturali e artificiali. Ci muoviamo in una densità in cui la più piccola unità di misura è l’atomo: energia.
Lo scienziato belga Walter Kunnen sosteneva che l’uomo si comporta come un’antenna che, in quanto tale, riceve, assorbe ed emette nello stesso tempo onde elettromagnetiche. Aveva messo a punto una tecnica che era in grado non solo di identificare una generica interazione tra l’energia della natura e gli esseri viventi, ma addirittura di valutarne la qualità e gli effetti sulle funzioni vitali del nostro organismo. Sebbene gli studi sul bioelettromagnetismo siano in pieno divenire e la materia richieda ancora conferme dalla scienza tradizionale, essa invita a una riflessione più profonda sulla nostra relazione con l’ambiente.
Pioniera è la Tenuta de l’Annunziata di Uggiate-Trevano, in provincia di Como, che nel 2018 ha affidato al bio-ricercatore Marco Nieri i tredici ettari del suo bosco come terreno di ricerca. Dalle rilevazioni fatte è risultato un percorso bioenergetico di quaranta tappe, l’unico in Lombardia e ad oggi il più grande d’Europa. Lavorando al fianco di Kunnen per oltre 15 anni, Nieri ha scoperto che gli alberi e le piante emettono campi bioelettromagnetici simili a quelli dei nostri organi, la cui risonanza influisce positivamente sul loro stato energetico. Ogni albero emette un’energia specifica, composta da una qualità intrinseca determinata dalla specie di appartenenza ma anche una qualità estrinseca determinata dalla sua collocazione. La biosfera è infatti attraversata da alcuni campi elettromagnetici dotati di un picco di intensità che sono disposti regolarmente nello spazio. Attraversando gli alberi questi campi ne raccolgono l’informazione energetica e la trasportano a qualche metro di distanza, creando una sorta di bolla elettromagnetica tridimensionale che contiene le stesse proprietà biologiche della pianta. Sostare all’interno di queste quaranta bolle disseminate nel bosco della Tenuta de l’Annunziata attiva uno scambio energetico benefico e reciproco tra noi e i castagni, i carpini, i faggi, gli agrifogli, i ciliegi. Gli effetti di questa interazione terminano non appena ce ne allontaniamo, ma i test di biorisonanza e bioelettrografica dimostrano che il messaggio biologico rimane e lascia nel nostro corpo un’impronta di benessere.
Che la natura ci faccia bene i giapponesi lo hanno attestato già a partire dal 2004, quando il Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca investì 4 milioni di dollari per indagare i reali effetti dello Shinrin-yoku (bagno di foresta), una pratica di immersione contemplativa nella natura finalizzata al riequilibrio di corpo e mente, promossa nel Paese da autorevoli scienziati sin dagli anni Ottanta. Il risultato delle ricerche fu sorprendente: il bagno di foresta riduce la produzione di cortisolo, regola la pressione arteriosa, aumenta la concentrazione, stimola la memoria e le capacità cognitive, contrasta le depressione e gli stati d’ansia. Il Dottor Qing Li e il suo team, scoprirono inoltre che il bagno di foresta aumenta l’attività dei linfociti NK – le cellule «natural killer» – complici della difesa naturale contro virus e malattie, rinforzando il nostro sistema immunitario.
Gli studi hanno individuato tra i responsabili di questi benefici le sostanze rilasciate nell’aria dagli alberi: gli oli essenziali, i fitocidi, le fragranze e i profumi. Al di là dello scientismo, intuitivamente sappiamo che il mondo naturale è il rifugio dello spirito. È un luogo remoto, apparentemente statico, ma assai più ricco e movimentato di quanto lo immaginiamo. Basta osservare una zolla di terra su un foglio di carta per assistere al lento materializzarsi di specie viventi che rappresentano solo una frazione infinitesimale della vita lì presente. Il naturalista Edward O. Wilson, uno dei più grandi scienziati viventi, definisce i boschi “un maelstrom biologico di cui a occhio nudo si può perlustrare solo la superficie”. Ma è la perlustrazione ciò che suscita la biofilìa, o passione per la vita. È un concetto profondo, radicato nei milioni di anni di evoluzione e relazione con l’ambiente. La fascinazione per la natura promuove e sostiene il nostro benessere psicofisico.
Con i suoi percorsi guidati, la Tenuta de l’Annunziata suggerisce di prendersi il tempo per osservare il manifestarsi della vita che emerge dal silenzio del suo bosco bioenergetico. Quando annusiamo l’odore della terra, l’antico cervello olfattivo parla alla moderna corteccia e le chiede di predisporsi a una forma di attenzione superiore: la presenza mentale. Più l’esplorazione del bosco si approfondirà, più essa coinvolgerà quanto è vicino al cuore e allo spirito dell’uomo. Ed è proprio l’atto di risvegliarci a noi stessi, ristabilendo un contatto con la nostra essenza, a calmare in prima battuta il sistema nervoso. Perché l’immersione nella natura abbia un reale beneficio, mente e corpo vanno predisposti allo scambio energetico con l’ambiente. La mente fuggente va educata a stare con l’inclinazione dei raggi del sole, con la direzione dei rami, con le irregolarità di forme e movimento, con la presenza di un animale o di un suono che rompono gli intervalli di silenzio.
Dove andremmo a vivere se fossimo completamente liberi di scegliere? Gli scienziati dicono che cerchiamo lande aperte in cui sorgano degli alberi, situate su qualche altura sovrastante l’acqua. Questa tendenza naturale che fino a un paio d’anni fa aveva assunto connotati prevalentemente estetici, oggi è tornata a essere un bisogno. L’isolamento della pandemia ha lasciato emergere una nostra caratteristica primordiale, la stessa che secondo Wilson renderebbe problematica la colonizzazione dello Spazio: il nostro legame psicologico con la Terra, da cui dipende la nostra salute mentale. Ci siamo evoluti nell’immensità di una biosfera grandiosa ed estremamente diversificata, che non abbiamo ancora compreso appieno e che continuiamo a esplorare. Il tedio di un ambiente artificiale o riduttivo a lungo andare è insostenibile. Ne sono un esempio gli strascichi psicologici del telelavoro e la conseguente caccia alla casa-con-giardino, che insieme ai tentativi di alcune aziende di trasformare le postazioni di lavoro in giungle vegetali sono i sintomi del timido emergere di una nuova consapevolezza collettiva: per stare bene abbiamo bisogno di meraviglia.
Nel 1832 Darwin, penetrando per la prima volta nella foresta tropicale brasiliana, disse: “Stupore e devozione sublime riempiono ed elevano la mente”. L’esperienza umana non è esaltata dalla supremazia sulle altre specie, è il comprenderle più profondamente che valorizza il concetto stesso di vita.
Penetrare il mondo vegetale sapendo che gli alberi percepiscono la nostra presenza suscita un’emozione che trascende la nostra singolarità. C’è una gioia nei boschi silenziosi, c’è un’estasi nella vetta inesplorata. C’è un bene intrinseco nella varietà di questa Terra che promuove la vita. È una percezione chiara e condivisa, che non necessita di test salivari per essere avvalorata.
Le proposte della Tenuta de l’Annunziata non sono percorsi per chi vuole certezze o per chi crede nel dogma dell’oggettività. Sono percorsi che vogliono stimolare l’esplorazione di nuovi territori della salute e del benessere mentale. Sono anche un invito a riflettere sulla precarietà conoscitiva di ogni teoria scientifica, perché la scienza — per dirla con le parole di Tolstoj — non è che una conoscenza immaginaria della verità assoluta.
I percorsi nel bosco bioenergetico della Tenuta de l’Annunziata, a Uggiate Trevano, si rivolgono a individui, gruppi e aziende. Per maggiori informazioni visitare il sito: www.tenutadelannunziata.it
A cura di Margot Errante, istruttrice mindfulness e curatrice dei programmi del Bosco bioenergetico