Le riflessioni di Annalisa Martinelli, Presidente di Abilitíamo Autismo ODV a tre anni dall’inaugurazione della struttura

Ci sono luoghi che sembrano avere un destino scritto da tempo, luoghi che attraversano epoche e mutano volto, ma che rimangono sempre fedeli alla loro essenza. Cascina Cristina è uno di questi. Un tempo, era il cuore pulsante di una piccola comunità agricola, un centro di lavoro e sostentamento, dove la terra era coltivata con dedizione e fatica. Poi gli anni sono passati e la Cascina ha vissuto periodi di abbandono, di incertezza, fino a rischiare di essere cancellata. Ma come le stagioni si susseguono e la natura trova sempre il modo di rifiorire, così anche la Cascina ha trovato la sua rinascita, trasformandosi in un luogo di accoglienza, crescita e speranza per giovani adulti con autismo. La sua storia recente inizia nel 2017, con un gruppo di famiglie che si trovavano di fronte a un grande interrogativo: quale futuro per i nostri figli? Così è nata l’associazione Abilítiamo Autismo ODV, con l’obiettivo di creare un contesto abitativo innovativo per giovani adulti con autismo, un luogo che potesse diventare la loro casa, un punto di riferimento sicuro e inclusivo. “L’obiettivo era offrire ai nostri ragazzi un contesto di vita dignitoso, un posto che potessero chiamare casa: una casa per persone adulte con autismo, un luogo dove coltivare non solo la terra, ma anche le capacità, i sogni e l’autonomia di chi vi abita. Abbiamo iniziato con un’idea su un foglietto di carta e tanta, tantissima determinazione. – racconta Annalisa Martinelli, Presidente dell’Associazione – Non volevamo un centro assistenziale qualunque, volevamo qualcosa di più per i nostri figli e per altri ragazzi come loro, un posto in cui potessero vivere davvero, dove ogni giorno fosse un’opportunità per crescere, per apprendere, per sentirsi parte di una comunità”.
Quando si è presentata l’opportunità di rilevare Cascina Cristina, Abilítiamo Autismo non ha esitato. Il cammino per trasformarla in quella che è oggi, però, non è stato semplice. La struttura era in condizioni precarie, il progetto ambizioso e le risorse limitate. Ma la comunità ha risposto con un calore straordinario. La parrocchia di San Carlo, proprietaria dell’edificio, ha creduto nel progetto fin dal principio, affidandolo in diritto di superficie per 60 anni ad Abilítiamo Autismo ODV. Fondazione Cariplo ha fornito un contributo essenziale per la ristrutturazione, mentre Regione Lombardia, la BCC di Cantù e le istituzioni locali hanno sostenuto la realizzazione della struttura e l’avvio dei servizi. Importante è stato anche il supporto delle imprese del territorio e delle associazioni, tra cui Confindustria Como e gli Eagles di Cantù (gruppo di tifosi della Pallacanestro Cantù), che fin dall’inizio hanno contribuito con raccolte fondi ed eventi di sensibilizzazione. “All’inizio sembrava impossibile ma poi abbiamo visto che non eravamo soli. – ricorda Annalisa – C’era una rete di persone, di enti, di aziende che hanno creduto in noi. E senza questo supporto, oggi non saremmo qui. C’era chi ci diceva che era un’utopia. Eppure, un pezzo alla volta, siamo riusciti a costruire qualcosa di solido. Il nostro obiettivo era chiaro: creare una community farm, un modello innovativo che permettesse alle persone autistiche di vivere a contatto con il territorio e di trovare nel lavoro agricolo un’opportunità di crescita e benessere”.
Con il sogno che prendeva forma, diventava sempre più evidente la necessità di una gestione competente e strutturata, capace di trasformare l’idea in un modello sostenibile e funzionante. Oggi Cascina Cristina è molto più di un progetto: è una realtà consolidata, resa possibile grazie a un team di professionisti qualificati. Questa visione si è tradotta in un’organizzazione strutturata, in cui ogni membro del team gioca un ruolo essenziale per creare un ambiente accogliente e funzionale, nel rispetto del principio cardine: fare della Cascina una vera casa. Attualmente il team di Cascina Cristina è composto da 23 dipendenti, affiancati da circa 8-9 consulenti esterni, tutti selezionati per garantire un supporto educativo e gestionale altamente specializzato. A questi si aggiunge un ampio gruppo di volontari, il cui impegno e supporto sono fondamentali per il successo delle attività e dei progetti di questa meravigliosa realtà.
La gestione della Cascina è affidata a un’organizzazione strutturata: un direttore tecnico dell’unità operativa, pedagogista di grande esperienza, guida l’approccio educativo, mentre un direttore amministrativo sovrintende alla gestione delle risorse umane e agli aspetti burocratici. Inoltre, Cascina Cristina è accreditata e contrattualizzata con l’ATS, rispettando tutti i vincoli normativi previsti, un elemento essenziale per garantire la continuità e la qualità dei servizi offerti. È grazie a loro, infatti, se oggi Cascina Cristina può accogliere 29 ragazzi, divisi tra il servizio residenziale e quello diurno. Il concetto di casa è al centro di tutto: gli ospiti partecipano attivamente alla gestione della struttura, dalla cucina alla lavanderia, dalle attività domestiche alla coltivazione dell’orto e della serra.
“Abbiamo creato un ambiente il più possibile prevedibile e strutturato, perché la routine è fondamentale per i nostri ragazzi. – spiega Annalisa – Ognuno ha il suo piano di lavoro personalizzato, organizziamo attività in piccoli gruppi e seguiamo costantemente i loro progressi. L’obiettivo non è solo assisterli, ma abilitarli, aiutarli a sviluppare competenze e a diventare il più possibile autonomi”.
Uno dei progetti più ambiziosi di Cascina Cristina è lo sviluppo dell’ortoterapia, ovvero l’uso delle attività agricole come strumento terapeutico per le persone con autismo. “Lavorare la terra offre benefici incredibili. – sottolinea Annalisa – L’orticoltura aiuta a sviluppare capacità motorie e cognitive, migliora la concentrazione e riduce lo stress. Ma soprattutto, dà ai ragazzi una soddisfazione immensa: vedere crescere qualcosa che hanno piantato con le loro mani è un’esperienza potentissima”. Grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo, è stato avviato un progetto di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università Statale di Milano per validare scientificamente i benefici dell’ortoterapia. “Abbiamo un’agronoma a tempo pieno che segue i ragazzi nella coltivazione dell’orto e della serra”, racconta la presidente dell’Associazione. “Produciamo piante aromatiche, ortaggi, mais e stiamo avviando collaborazioni con aziende agricole locali per ampliare il progetto”. Ma l’ambizione va oltre: il sogno è creare un marchio di prodotti a km zero realizzati dai ragazzi di Cascina Cristina. “Già ora produciamo un ottimo pesto e stiamo lavorando per ampliare la nostra produzione, magari con una linea di biscotti a base di farina di mais o addirittura un liquore in collaborazione con una distilleria locale”, spiega Annalisa. L’ortoterapia è solo una delle tante attività che animano la vita della Cascina. Ci sono laboratori di cucina, dove i ragazzi imparano a preparare piatti con i prodotti del loro orto. “Il nostro pesto è diventato un’istituzione! Abbiamo iniziato con il basilico, ma ora sperimentiamo con ogni tipo di verdura, l’importante è che sia verde! È meraviglioso vedere con quanta passione i ragazzi si dedicano a questa attività”.
Oltre alle attività agricole, Cascina Cristina propone un’ampia gamma di esperienze per stimolare le abilità sociali e cognitive dei suoi ospiti. Sport, trekking, equitazione, laboratori di cucina e di creatività, uscite sul territorio e collaborazioni con la Biblioteca di Cantù sono solo alcune delle iniziative in corso. Lo sport, in particolare, gioca un ruolo fondamentale nel percorso di crescita e inclusione, grazie anche alla collaborazione con Briantea84, una realtà da sempre vicina al progetto. “Vedere i ragazzi in campo con entusiasmo e felicità è la realizzazione di un sogno” spiega Annalisa Martinelli, sottolineando come l’attività sportiva sia un elemento chiave per lo sviluppo delle capacità individuali. Ogni persona ha potenzialità uniche che devono essere riconosciute e valorizzate e lo sport rappresenta un’opportunità concreta per farlo. “Abbiamo creato gruppi di trekking itinerante di più giorni, dove i ragazzi dormono in ostelli e imparano a gestire la loro autonomia in ambienti diversi. Sono esperienze incredibilmente formative”, racconta Annalisa. Un altro progetto in cantiere è la realizzazione di un caffè letterario, uno spazio dedicato alla cultura e alla sensibilizzazione sull’autismo. “Vogliamo che sia un luogo di incontro, di confronto. Un posto dove organizzare eventi, presentazioni di libri, momenti di scambio tra il mondo dell’autismo e la comunità”.
Ma il futuro di Cascina Cristina è ancora tutto da scrivere. Un’altra sfida fondamentale è la realizzazione di un parcheggio adeguato. “Cascina Cristina si trova all’interno del Parco delle Groane, quindi dobbiamo rispettare vincoli estetici e ambientali molto rigidi. Il progetto prevede un’area di sosta armonizzata con il paesaggio, con specie arboree selezionate in collaborazione con il Parco. Il parcheggio sarà essenziale per migliorare l’accessibilità alla struttura e permettere alle famiglie di visitare i loro cari in sicurezza”. La raccolta fondi per il parcheggio è già partita e ha visto il coinvolgimento di aziende locali e privati cittadini. “Abbiamo sempre creduto nel valore della collaborazione. Cascina Cristina non è un mondo chiuso, ma un ponte tra la comunità e le persone con autismo”. è la prova vivente che con passione, impegno e sostegno della comunità, i sogni possono diventare realtà. Qui, tra queste mura antiche e i campi coltivati con amore, il futuro ha preso una nuova forma. “Quando vedo i nostri ragazzi felici, impegnati, sereni, so che abbiamo fatto la cosa giusta. – conclude Annalisa con emozione – E so che il viaggio è appena iniziato”.
Cascina Cristina è una realtà nata dal coraggio di poche famiglie e cresciuta grazie al sostegno di un’intera comunità. Una casa che ha saputo trasformare un bisogno in opportunità, chiudendo il cerchio della sua storia per aprire nuove strade di speranza e inclusione.
A cura di Caterina Malacrida