IL SERENO: DESIGN E OSPITALITÀ SI INCONTRANO SUL LAGO DI COMO

La simbiosi con l’ambiente circostante si nota subito, semplicemente percorrendo la passerella che separa il cancello di ingresso dalla reception: nella luce del mattino, la piscina a sfioro si confonde con le acque sottostanti e la facciata dell’albergo, un’architettura dagli echi razionalisti realizzata in Ceppo Lombardo, sembra parte integrante del declivio che si adagia sulle volte dell’antica darsena. Siamo a Torno, sulla sponda orientale del Lago di Como, in uno degli hotel più esclusivi e riservati del Lario: si tratta de Il Sereno, pluripremiato resort 5 stelle del gruppo Sereno Hotels, di cui fanno parte anche la vicina Villa Pliniana, oltre a un albergo nell’isola caraibica di Saint-Barth. Abbiamo incontrato il fondatore e Ceo, Luis Contreras, che, nonostante i numerosi impegni in Italia e all’estero, ci ha gentilmente accolto per svelarci di persona tutti i dettagli di questo progetto.

Signor Contreras, può raccontarci come ha iniziato a lavorare nel settore dell’hotellerie?

Luis Contreras, fondatore e Ceo di Sereno Hotels

Mio padre ha cominciato a investire nel settore alberghiero di media fascia negli anni Ottanta, a Miami Beach, quando era ancora la città violenta e pericolosa di Scarface, non la destinazione glamour a cui siamo ormai abituati. Dopo diversi anni, tramite alcune conoscenze, abbiamo saputo che c’era la possibilità di rilevare una proprietà nell’isola caraibica di Saint-Barth: io ero cresciuto e mio padre mi ha chiesto se volessi occuparmene. Ho accettato e scoperto una nuova nicchia di business, quella degli alberghi molto piccoli ma di altissimo livello. Le Sereno è stato inaugurato all’inizio degli anni Duemila e ha avuto un grande successo, tanto che in seguito abbiamo acquistato anche i terreni circostanti, creando Le Sereno Villas.

Dalle Antille francesi al Lago di Como: come ha scelto di aprire il nuovo albergo nella piccola Torno?

La scelta si deve a una coppia di architetti milanesi che hanno soggiornato proprio a Saint-Barth. Amo chiacchierare con i clienti e durante una conversazione in piscina, avendo saputo che stavo cercando nuove location per future aperture in Europa, hanno chiesto il mio biglietto da visita. Dopo due anni mi hanno contattato per segnalarmi un’opportunità a Torno. Ero sempre stato orientato verso il Sud della Francia e in tutta onestà non avevo mai pensato al Lago di Como: sono venuto subito a visitare la proprietà e ho trovato l’idea molto interessante. Ed è così che nel 2016 abbiamo inaugurato Il Sereno.

Il resort porta la firma di Patricia Urquiola, designer spagnola ormai milanese d’adozione: come e perché ha scelto proprio lei?

In famiglia siamo tutti appassionati di design, lo respiriamo quotidianamente e penso anche che sia un tratto distintivo di ogni resort Sereno. Se la scelta della location, il Lago di Como, può essere definita un esempio di “serendipity”, per il progetto non ho mai pensato ad altri nomi. Vivo da dieci anni a Milano e la scelta di Patricia non è stata casuale, l’ho voluta fin dall’inizio. La parte più difficile è stata scegliere cosa fare. Non volevo assolutamente creare un resort “finto liberty” o “finto barocco”: siamo nel XXI secolo, a pochi chilometri da Milano che è la capitale del design e vicinissimi alla Brianza con il suo ricco know how artigianale e industriale. Volevo aprire un albergo contemporaneo con una grande firma del design e Patricia era in cima alla mia lista. L’ho contattata, per fortuna l’idea le è piaciuta e abbiamo iniziato a lavorare insieme. È diventata una cara amica e ci troviamo di frequente a pranzo o cena.

Un’altra caratteristica dell’albergo sono i giardini verticali del ricercatore e progettista francese Patrick Blanc: come è nata l’idea di coinvolgerlo?

Arrivando a Torno in barca, quello che si nota subito è il verde del paesaggio: volevamo ricreare sintonia e continuità con la natura circostante. Conosco Patrick da molti anni, è un mio amico oltre ad essere un designer geniale, e ha progettato pareti verticali in molte città nel mondo, da New York a Hong Kong. Collaborare con lui è stato naturale.

Il Sereno è stato oggetto di un recente restyling: può parlarcene?

La signature penthouse progettata con Patricia Urquiola

Siamo sempre al lavoro per migliorare l’hotel e, sfruttando in parte i periodi di chiusura forzata dovuti alla pandemia, siamo riusciti a effettuare questo restyling in tempi più brevi del previsto. Oltre ad ampliare il numero delle camere, abbiamo realizzato una bellissima signature penthouse, sempre in collaborazione con lo Studio Urquiola. Volevamo proporre qualcosa di nuovo e divertente, in linea con lo stile de Il Sereno e abbiamo pensato di realizzare una camera che celebrasse il design italiano del XX secolo. Quindi, oltre agli arredi realizzati su misura da Patricia, ad arricchire l’ambiente ci sono oggetti iconici progettati da maestri come Franco Albini, Gio Ponti, Vico Magistretti e non solo. È la prima suite in Europa con pezzi di design shoppable: tutti gli arredi e gli oggetti si possono acquistare online sul nostro sito web.

Come è cambiato il turismo in questi anni sul lago di Como?

Penso che ci sia stata un’evoluzione piuttosto positiva e, se posso dirlo, credo che abbiamo fatto la nostra parte in questo circolo virtuoso. Certo, prima di noi a preparare la strada ci sono state vere eccellenze, come Villa d’Este, da sempre un faro che illumina il turismo sul lago. Sono molto grato a Jean-Marc Droulers (dal 1967 al 2011 Ceo del Gruppo Villa d’Este e membro del CdA fino al 2021, ndr) per l’accoglienza che ha avuto nei miei confronti quando sono arrivato a Como e ho ottimi rapporti anche con il Presidente del Gruppo, Giuseppe Fontana. Non dimentichiamo altri alberghi come il Grand Hotel Tremezzo, il Serbelloni,… tutte realtà che ci hanno permesso di entrare sul mercato e di portare nuove energie, dimostrando che si possono anche fare le cose diversamente. Dopo di noi sono arrivati altri player che stanno facendo tanto e tutti insieme stiamo avendo successo e spingiamo il turismo sul territorio. La nostra è un’ottima clientela, abbiamo la possibilità di fare investimenti e le problematiche che possiamo talvolta riscontrare sono segno che le cose vanno bene.

Cosa si potrebbe migliorare a suo parere?

Si può sempre fare meglio: ad esempio, servono regole chiare, che permettano alle persone di lavorare e di offrire ai clienti un servizio di qualità. Pensiamo al problema legato ai taxi e alle barche disponibili, che dovrebbero aumentare ma di certo non in modo abusivo.

Il vostro gruppo gestisce anche Villa Pliniana, gioiello del XVI secolo che ha ospitato personaggi illustri come Napoleone, Gioacchino Rossini, Percy Shelley. Che legame avete con il territorio e con il suo patrimonio artistico e culturale?

Il nostro successo è legato al successo del territorio. Facciamo sforzi e investimenti, abbiamo una squadra incredibile ma quello che vendiamo è il Lago di Como: i turisti che alloggiano da noi, prima pensano di venire a visitare il Lago di Como, poi di soggiornare a Il Sereno, non il contrario. Come diceva, gestiamo anche Villa Pliniana e consideriamo un privilegio poter organizzare aperture al pubblico e visite guidate in collaborazione con il FAI per valorizzare questa meravigliosa location.

A proposito di squadra, basta guardarsi intorno per notare che il vostro team è molto giovane…

Il Ristorante Al Lago, una stella Michelin

Siamo felici di constatare che abbiamo costruito un gruppo giovane e dinamico con un basso turnover, soprattutto per la media del settore. Valentina Paggi, la nostra hotel manager, e lo chef Raffaele Lenzi, alla guida del ristorante Al Lago, sono con noi da quando abbiamo aperto, otto anni fa: il tempo è passato anche per loro ma sono entrambi ancora giovani e lo stesso vale per i collaboratori che scelgono. In fase di selezione, solitamente preferiamo orientarci verso risorse junior che possano crescere con noi, piuttosto che persone con 10 anni di esperienza in un ruolo simile: è sicuramente più difficile e a volte commettiamo errori di valutazione, ma poi, una volta trovato il candidato giusto, ha molta più energia e impara facilmente a lavorare nello stile de Il Sereno. Abbiamo avviato collaborazioni di successo con scuole di hotellerie italiane e svizzere, da cui arrivano ragazzi con tanta voglia di lavorare e imparare. È molto stimolante, anche se non sempre semplice da gestire.

Che consiglio darebbe a un giovane che sta per intraprendere una carriera nel settore dell’ospitalità?

Il nostro è un lavoro impegnativo, soprattutto dal punto di vista degli orari. Bisogna essere flessibili, perché possono sempre esserci variabili che influiscono sui programmi. Quando un volo è in ritardo bisogna necessariamente attendere che i clienti arrivino, anche se ciò significa aspettarli fino alle tre del mattino. Allo stesso tempo, è un lavoro che ti arricchisce molto, non solo dal punto di vista professionale ma anche relazionale. Se si ha voglia di lavorare e di imparare e si ama stare a contatto con le persone, sicuramente questo è un lavoro adatto.

Quali sono i progetti per il futuro?

Al momento stiamo cercando nuove location per future aperture. Siamo una società piccola ma vogliamo crescere e ci piacerebbe aprire 2 – 3 strutture in più. Devo ammettere che è bello viaggiare alla ricerca di posti dove costruire il prossimo resort: ci stiamo concentrando in particolare sull’Italia, ma stiamo valutando anche Spagna, Francia e Svizzera.

Attendiamo curiosi, certi che anche stavolta Luis Contreras saprà stupirci.

A cura di Erica Premoli

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