UN ANNO DI ASTRA

Nicola Curtoni chiacchiera con un appassionato cinefilo

Andare all’Astra, oggi come un tempo, è un’esperienza unica: l’insegna e le locandine illuminate che costeggiano la strada ti accompagnano fino all’ingresso, dove le grosse lampade arancioni ti accolgono e una maschera ti strappa il biglietto e, dopo aver fatto scorta di caramelle e bibite, entri in sala per immergerti nelle poltrone rosse e nel buio della sala e viaggiare in nuovi, inesplorati e fantastici mondi. Nato nel secondo dopoguerra, nel cuore del centro di Como, il Cinema Astra apre le sue porte e diventa fin da subito un punto di riferimento per la cultura locale, ospitando nel corso degli anni importanti rassegne e celebrità come Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Cristiana Capotondi, Marco Bellocchio, Laura Morante e Luca Bigazzi. Nel 2018, dopo anni di storia, è costretto a chiudere i battenti, lasciando il centro città senza una sala. Ma il Cinema Astra è destinato a rinascere: nel dicembre del 2020 una decina di volontari lancia la campagna “SalviAmo l’Astra” e con determinazione e passione, riesce a raccogliere 80mila euro grazie al sostegno di oltre 800 donatori, dando così inizio a una nuova era per la sala. Questi fondi, insieme a vari bandi, hanno reso possibile la riapertura del Cinema il 7 dicembre 2022, seppur con una capienza limitata a 200 posti in quanto la balconata risulta ad oggi inagibile. Ho incontrato Nicola Curtoni, responsabile della sala, per fare un bilancio sulla prima stagione e per parlare anche di progetti futuri. Mentre attendo davanti al Cinema, Nicola mi scrive un messaggio chiedendomi di raggiungerlo in sala di proiezione e, incuriosito, non perdo l’occasione: saliti dei ripidi gradini mi trovo in una piccola sala con lo spazio necessario giusto per ospitare il proiettore (che ha dimensioni ragguardevoli) e poco altro. Da qui si può intravedere la sala dalle finestrelle da cui più tardi un fascio di luce illuminerà lo schermo. Affascinato, chiedo a Nicola che fine avessero fatto i vecchi proiettori: “Un operatore di camera appassionato di proiettori d’epoca li ha visti e si è innamorato: li ha voluti entrambi in cambio di un’offerta e li utilizza nella sua sala privata. È grazie ai veri appassionati che riescono a restare in vita!”. Torniamo quindi in sala e ci sediamo su due classiche sedie da regista in legno e tela nera e inizio chiedendogli com’è andato questo primo anno per il Cinema Astra. “È stato un anno sorprendente su tanti fronti, non ci aspettavamo un ritorno così forte da parte del pubblico: abbiamo avuto oltre 47 mila spettatori, una cifra che ci pone tra i cinema monosala più dinamici in tutta Italia, soprattutto per le dimensioni della città. Il Cineforum è ripartito fortissimo: abbiamo oltre 700 abbonati, il che ci ha reso uno dei tre Cineforum più importanti della Lombardia, ma anche la programmazione del weekend è ripartita molto bene, grazie ad una partnership commerciale con PGA che ci permette di avere film di prima visione, sempre comunque legati al cinema d’autore europeo o alle commedie italiane con più ampio pubblico”.

Quali sono stati i film più visti e quali i più dibattuti durante il Cineforum?

Allora, sui film più visti, senza grande sorpresa, troviamo “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. Ci siamo resi conto che quando c’è un film italiano di qualità che tratta una tematica sociale, il nostro pubblico risponde molto bene. Potrei nominare anche “Io Capitano” di Matteo Garrone o “Grazie Ragazzi” di Antonio Albanese: sono tutti film che legano un attore o un regista noto a delle tematiche sociali. E anche nel Cineforum, il cinema italiano ha un ruolo importante: nonostante spesso ci si lamenti che il nostro cinema non sia vivo, in realtà anche le piccole produzioni trovano il loro pubblico qui in sala. Per esempio, “Nata per te” di Fabio Mollo, che è un film ispirato alla vera storia della prima persona omosessuale single ad aver adottato un bambino in Italia, è stato il film più amato di questa stagione del Cineforum con una votazione media di 4,4 su 5 e ha stimolato tantissimo il dibattito dopo la visione.

Come scegliete i film per il Cineforum e per il weekend?

Cerchiamo di essere più eclettici possibile, cioè di accontentare il pubblico più vasto possibile, perché vogliamo che questo cinema sia frequentato da pubblici molto diversi. Per esempio, abbiamo una rassegna per bambini al sabato pomeriggio e cerchiamo di variare anche nella programmazione del Cineforum e del weekend: non vogliamo né fare solo film “pesanti” né fare solo film “leggeri”, pur tenendo sempre alta la qualità. Quelli che vogliamo proporre sono film che abbiamo amato o che vorremmo mostrare per suscitare una reazione, un dibattito interno o esterno. In uno spazio sempre caloroso e accogliente dei differenti punti di vista. Film che possono sorprendere o accendere lo spirito critico dello spettatore. Siamo convinti che il problema non sia tanto il tema che un film tratta, ma come viene trattato questo tema: se è affrontato con onestà, con delicatezza e senza volgarità, il messaggio passa e il nostro pubblico è molto recettivo. Non abbiamo assolutamente paura a mostrare film – se di qualità – che trattano degli argomenti ostici e il Cineforum non vuole essere, e non è, limitato a una morale conservatrice cattolica. Non è neanche limitato solo a un pubblico più anziano, anzi: abbiamo oltre 70 under 25 che partecipano (il 10% del totale). Non ci poniamo problemi sul pubblico, spesso facciamo quello che vogliamo, quello che ci piace, non siamo ossessionati dall’andare a cercare un pubblico nuovo, però cerchiamo di difendere la diversità, perché pensiamo che effettivamente sia una ricchezza e un valore culturale per il pubblico in sala. Ovviamente con le limitazioni che il mercato cinematografico applica alle monosale.

Mentre stiamo parlando, un signore anziano ci vede e bussa per salutare Nicola, che ricambia e, scusandosi con me, si avvicina alla porta per scambiare due parole con lui. I due parlano della possibilità di fare qualche proiezione per i più nostalgici con vecchi film, magari del grande Antonioni, con il signore che rassicura Nicola, promettendogli con un sorriso di trovare ogni singolo spettatore da portare in sala. 

È stupendo il rapporto che hai creato con la comunità locale, qualcosa che forse si sta un po’ perdendo…

Crediamo in questo senso di comunità, perché è quello che ha portato alla riapertura dell’Astra e probabilmente quello che gli garantisce di continuare su questi livelli così importanti. Un altro fattore saranno le scuole, che hanno risposto benissimo alla riapertura, utilizzando lo strumento filmico con fini pedagogici. Più di 4000 studenti nel 2023 e dibattiti molto accesi, soprattutto con degli esperti presenti in sala. Inoltre, un altro grande ruolo che ricopre l’Astra è quello di dare un motivo in più, in particolare alle persone over 70 e anche over 80, per uscire di casa e quindi continuare a rimanere attivi, tema molto importante in una società che è sempre più demograficamente vecchia. Vorremmo offrire degli spazi sicuri dove la gente si senta accolta, dove possa passare un paio d’ore in tranquillità tra amici e vorremmo sempre più diventare anche uno spazio di riferimento per i giovani con delle iniziative pensate per e con loro.

Mi racconti come siete strutturati?

Abbiamo una struttura ibrida di gestione, dove la cooperativa formata da tre dipendenti è il braccio operativo, ma si avvale di una trentina di volontari dell’associazione Amici dell’Astra per andare più in profondità e aiutare la cooperativa ad arrivare dove non potrebbe altrimenti farcela. Per esempio, tornando al senso di comunità, per noi è importantissimo chiacchierare con le persone che arrivano al cinema, ma, essendo in cassa, non riusciamo a farlo e quindi ci sono sempre delle maschere che strappano i biglietti, che chiacchierano, che aiutano le persone a trovare il posto. È stata fatta questa scelta che per noi è importante, perché anche con l’associazione facciamo comunità; per alcuni volontari siamo una seconda casa. Inoltre creiamo un legame più forte con la città e con chi vuole partecipare alla vita del cinema. Vogliamo essere permeabili a chi vuole investire del tempo nella gestione del cinema.

Quindi l’Astra non è una sala per la città ma è LA sala della città…

È una delle sale della città, e vogliamo essere il più radicati possibile. La priorità di questo primo anno è stata permettere all’Astra di guardare al futuro con serenità e quindi abbiamo cercato di dare una solidità alla cooperativa che era nata “senza le spalle coperte”. Quindi, nel primo anno abbiamo fatto meno eventi di quelli che avremmo voluto fare, avendo bene in mente anche la parte economica necessaria per sopravvivere. In futuro ci piacerebbe pensare anche ad eventi che non abbiano necessariamente un ritorno economico, ma che piuttosto abbiano un ritorno di comunità. Speriamo che, grazie anche a una maggiore capienza dovuta al progetto che stiamo promuovendo, “RiapriAMO La Balconata”, ci saranno più risorse da investire in questi progetti.

Raccontaci di più sull’iniziativa “RiapriAMO La Balconata”.

Quando abbiamo riaperto l’Astra, lo abbiamo fatto con una capienza limitata a 200 posti, la platea. Poi, vedendo la risposta del pubblico, assieme alla proprietà della Parrocchia di San Bartolomeo, abbiamo fatto partire una raccolta fondi rivolta a imprese e privati per riaprire la balconata. Speriamo di raggiungere i 60 mila euro entro metà aprile per poter partire con i lavori già da quest’estate: in questo modo la sala avrà una capienza di 350 posti, permettendoci di pensare a grandi eventi magari con ospiti importanti, come avveniva in passato con il Festival del Cinema Italiano. Alle aziende, oltre a proporre degli spazi pubblicitari prima delle proiezioni, diamo la possibilità di sostenere la campagna attraverso delle donazioni per cui riceveranno una targa che resterà per sempre al Cinema Astra, legando il proprio nome a una fila della balconata.  La raccolta fondi andrà avanti anche con delle iniziative pensate ad hoc: per esempio, faremo un Cineforum ad aprile e maggio dove tutto il ricavato andrà alla campagna per la balconata, faremo degli eventi, dei concerti e delle rappresentazioni teatrali, sempre per riuscire a raggiungere i 60 mila euro che ci servono per far partire i lavori.  Tra le iniziative più interessanti c’è Odissea a Teatro: una maratona al Teatro Sociale dal tramonto all’alba a tema spazio, in programma sabato 4 maggio.

Con questa carrellata di progetti futuri è terminata la mia chiacchierata con Nicola, un giovane intelligente e dinamico con una visione imprenditoriale vigorosa e radici ben radicate nella nostra comunità, che merita di essere ascoltato per poter arricchire culturalmente e socialmente Como. Chi volesse sostenere la raccolta fondi può visitare il sito amicidellastra.it

A cura di Andrea Fumagalli