Un luogo iconico, inestimabile patrimonio di tessuti scrupolosamente catalogati, volutamente collocato al centro dell’azienda a testimonianza tangibile dell’importanza cruciale del passato e, soprattutto, al servizio del presente e del futuro. È l’archivio di Colombo Industrie Tessili, storica azienda fondata nel 1962 in provincia di Como, che dopo aver festeggiato i 60 anni di attività lo scorso anno, ha dedicato un’importante area dell’azienda, al centro di essa, trasformandola in luogo capace di accogliere stilisti e designer da tutto il mondo per offrire la possibilità di liberare la loro creatività, dopo un affascinante viaggio sia fisico sia digitale alla scoperta di un tesoro di tessuti collezionati in oltre mezzo secolo di lavoro, di scoperta, di studio, di contaminazione.
È il know – how di una realtà che negli anni ha sapientemente coniugato tradizione e innovazione grazie anche alla progressiva acquisizione dei marchi Its-Artea, prestigiosa realtà da cui nascono i tessuti tecnici destinati all’outerwear di brand famosissimi, e MarioBoselliJersey, da sempre sinonimo di eccellenza rivolto ai più grandi stilisti del lusso, che insieme all’omonimo marchio Colombo e a Visgomma, solida azienda del settore gomma acquisita qualche decennio fa, costituiscono il Gruppo Colombo. In rilievo, su un muro di mattoni grigi a far da quinta discreta alle migliaia di tessuti colorati meticolosamente ordinati, ci sono le parole chiave, veri e propri mantra di Stefano e Massimo Colombo, rispettivamente Presidente e AD dell’azienda: italian, made, fabrics, sustainability, innovation.
Al Made in Italy i fratelli Colombo tengono in modo particolare: “Portare alla luce il nostro archivio – sottolinea Massimo Colombo – è per noi motivo di grande orgoglio in quanto testimonia la nostra lunga storia nel Made in Italy. La nostra è anche e soprattutto un’azienda che guarda costantemente al futuro e per tale motivo abbiamo puntato su un approccio fisico e digitale, che ci consente di raggiungere i nostri clienti nazionali ed internazionali in ogni momento.” Sì, perché i tessuti sono stati pazientemente fotografati, catalogati e caricati su un’apposita piattaforma dove è possibile effettuarne la ricerca secondo parametri tecnici e visivi anche da remoto.
Ma, oltre al Made in Italy, ognuna di quelle parole è un pilastro sul quale poggia le basi il lavoro quotidiano dei due fratelli che nel 1988 hanno fatto il loro ingresso nell’azienda fondata dai genitori Piero Colombo e Anita, diventando presto interpreti di una nuova visione commerciale, organizzativa e creativa dell’impresa comasca. Un passaggio generazionale repentino, forzato dalla prematura scomparsa dei genitori che, però, come ammesso dallo stesso Presidente Stefano Colombo, li ha subito posti di fronte alle loro responsabilità e anche alla possibilità di esprimere completamente la loro filosofia. Se da un lato, infatti, quello strettamente produttivo, negli anni l’azienda si dota di strutture di nobilitazione e finissaggio che nella sede di Fino Mornasco raccoglie ora, in un’unica area, la tessitura, la tintoria tessuti e filati e il finissaggio ed è in grado di garantire un percorso verticale a filiera completa, dallo studio alla produzione e commercializzazione dei tessuti, dall’altro lato i fratelli Colombo, in un’ottica di sostenibilità integrale, mettono al centro le persone facendone il loro punto di forza. Lo si vede subito nel nuovo organigramma illustrato dal Presidente Stefano Colombo che trae ispirazione dalla rivoluzionaria logica Semco: non più il tradizionale organigramma piramidale ma una serie di cerchi o, meglio, di insiemi che si intersecano e vanno a declinare la nuova modalità di self-management che suddivide l’azienda in unità indipendenti, una sorta di impresa nell’impresa, dove tutte le funzioni aziendali, creative, tecniche, commerciali dialogano costantemente fra loro e sono autoresponsabilizzate su ogni progetto.
E fra i tanti spicca il Progetto 62, nome ideato dal giovane designer di talento, Arman Avetikyan, per il laboratorio creativo di idee, collaborazioni e collezioni per fascia alta di mercato, che lo ha volutamente chiamato “progetto”, aggiungendo solo l’anno di fondazione dell’azienda, perché non fosse connotato da un titolo che ne limitasse i confini. “Progetto 62 – spiega il giovane creativo di origini armene – punta su tre asset fondamentali: creatività, che si esplicherà in collaborazioni con giovani designer, scuole di moda e artigiani per realizzare un brainstorming costante in grado di generare nuove idee e tendenze; innovazione, che vedrà la collaborazione con partner importanti per la creazione di trattamenti all’avanguardia sui tessuti; sostenibilità, che trova la sua attuazione nel progetto Palindromo. Quest’area prevede la possibilità di lavorare con il recupero dei tessuti e attivare progetti speciali con partner in grado di dare vita agli scarti industriali.
Al fine di sostenere al massimo il suo “green commitment”, l’azienda, infatti, ha ottenuto la certificazione GOTS (Global Organic Textile Standard), il più stringente standard internazionale per la produzione sostenibile di prodotti tessili realizzati con fibre naturali e FSC (Forest Stewardship Council), che ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati”. Ma la sostenibilità, come affisso in rilievo sul muro dell’archivio, non è solo del Progetto 62. Il Presidente Stefano Colombo ne ha fatto una vera e propria dichiarazione d’intenti: “Dopo la pubblicazione e divulgazione del primo Bilancio Sociale – spiega – e il festeggiamento dei nostri primi 60 anni di attività, presi da entusiasmo e con le idee più chiare di attività abbiamo concentrato le energie sulla definizione di un percorso che continuasse la crescita dell’azienda nella strada verso la sostenibilità a tutto tondo. Il filo conduttore del progetto è stato il perseguire la strada della collaborazione con scuole, giovani stilisti, start up, Onlus e altre realtà industriali per perseguire progetti di economia circolare, eventi divulgativi e di carattere sociale, innovazioni e confronti”. I vantaggi di questo percorso non si sono fatti attendere: “Queste collaborazioni – sottolinea Stefano Colombo – hanno permesso la crescita culturale di tutto l’organico verso un’azienda più sostenibile e moderna (riutilizzo dei materiali e dei tessuti di stock, rinnovo certificazioni, accrescimento stilistico del team interno, sostegno alla comunità). Collaborazione che abbiamo ricercato anche all’interno della azienda continuando nell’investimento nel miglioramento dell’ambiente di lavoro e iniziando un percorso verso l’introduzione di un modello organizzativo inclusivo e democratico votato a valorizzare le caratteristiche dei singoli e a ricercare attraverso autonomia e responsabilità delle persone non solo le performance ma anche il benessere dei collaboratori per indirizzare l’azienda verso un ruolo di impatto economico e sociale. Il percorso, a cui crediamo con fermezza, passa da alcuni principi cardine che sono la base per l’organizzazione aziendale del futuro e che sta coinvolgendo ed entusiasmando tutto il personale”.
Naturalmente sostenibilità, per il Gruppo Colombo, significa anche attenzione all’ambiente: “Abbiamo sempre avuto particolare sensibilità sui temi ambientali. L’80% del tetto della nostra azienda è attrezzato con pannelli solari – evidenza Stefano Colombo – e stiamo proseguendo nell’attività di contenimento dei consumi energetici, l’efficientamento degli impianti e l’ottimizzazione della programmazione delle operations al fine di una migliore organizzazione dell’avanzamento produttivo e di razionalizzazione dei costi. Abbiamo dedicato risorse specifiche per la formazione del personale in ambito sicurezza e ambiente e proceduto al miglioramento delle strutture aziendali attraverso il rifacimento del locale mensa, alla creazione di un parcheggio dedicato ai nostri collaboratori e l’installazione di una colonnina per la ricarica delle auto elettriche”.
Stefano Colombo, forte anche di un 2022 chiuso molto positivamente con un +18% rispetto all’anno precedente, guarda al futuro, insieme al fratello Massimo, con ottimismo. Entrambi mostrano orgogliosi un rendering: “Abbiamo un progetto di riorganizzazione dei nostri spazi esterni che andrà a separare i flussi dei mezzi da quelli delle persone, aggiungendo anche un nuovo elemento strutturale innovativo che, oltre a fungere da accoglienza dei nostri ospiti, avrà una funzione di collegamento ideale tra passato, presente e futuro”. Eccola l’ossessione di Stefano e Massimo Colombo: non spezzare mai quel filo che lega passato, presente e futuro fatto di know-how, creatività, heritage e condivisione. Una vera e propria filosofia che fin dalla sua nascita è il punto di forza di un’azienda che, oltre all’archivio, ha messo al centro della propria attività le persone, coinvolgendole a ogni passo per crescere insieme. Together si direbbe in inglese, o yougether come dicono i fratelli Colombo per definire il modello che hanno adottato per dar vita a un’organizzazione mentale e aziendale capace di far sentire i collaboratori, i clienti e tutti gli stakeholder sempre più coinvolti e soddisfatti.
A cura di Stefano Rudilosso