Affacciato sulle sponde di uno dei luoghi più suggestivi del Lago di Como, con vista mozzafiato sul punto d’incontro tra i due rami, da cui si apprezza la visione di Bellagio e, un poco oltre, sulla sponda opposta, di Varenna, il Grand Hotel Victoria, situato nell’amena Menaggio, offre ai suoi clienti l’eccellenza a cinque stelle con una L in più, che sta per Lusso, ma che si traduce anche in attenzione, cura, eleganza, bellezza.
Risultato di un’importante ristrutturazione ad opera della proprietà, la famiglia Rocchi, il Grand Hotel mantiene il fascino irresistibile dei suoi cento anni di storia, ma il sapiente mix tra la maestosità e il gusto dei materiali di un tempo con le forme di moderni elementi di arredo funzionali alla miglior fruizione, lo rende al tempo stesso leggero e fresco.
Una storia importante che prende avvio durante la Belle Epoque, quando il Grand Hotel Victoria ospitava le ricche famiglie inglesi, tedesche, russe che scendevano dall’Engadina seguite da enormi bauli, bagagli, cappelliere e la promessa di una vacanza indimenticabile. Sontuose scalinate, lampadari e sale ornate di stucchi e fregi dorati, testimoniano lo splendore dello stile liberty che ancora si può apprezzare pur mitigato dalla modernità di nuovi elementi introdotti con la ristrutturazione. Come si apprezza, da ogni finestra che, al piano terra, dà luce a ristoranti, lounge bar, hall, e ai piani superiori alle camere e suite, l’impagabile vista del lago bello e affascinante con qualsiasi tempo atmosferico.
D’altronde il vetro è tra i grandi protagonisti di questo progetto firmato dall’architetto Franco Pè. In totale sono stati realizzati circa 50 metri di camminamenti trasparenti, tra il tunnel di collegamento e le ampie vetrate esterne. Il camminamento trasparente lungo circa 30 metri, firmato Thema, rappresenta l’unione tra i due edifici e tra tradizione e contemporaneità, leit motiv del Grand Hotel Victoria Concept & SPA.
Natura e architettura, qui, si fondono in termini come eleganza, charme e accoglienza. Concetti che approfondiamo con Ludovica Rocchi, brand director, che gestisce gli hotel insieme al papà Franco Rocchi, Ceo, e ai fratelli Filippo e Pompeo, esponenti di una famiglia che, oltre al Grand Hotel Victoria, vanta altre undici strutture, tra gestione diretta e indiretta: sei sul lago di Como, uno a Rapallo – il Grand Hotel Bristol -, tre a Bormio – il Grand Hotel Bagni Nuovi, i Bagni Vecchi, il Vette Alpine – e tre a Milano.
Dr.ssa Rocchi, ci racconta l’origine della vostra storia di successo che ha portato il Gruppo R Collection Hotels, e la sua famiglia, a diventare tra i leader nell’ambito dell’hospitality?
Nasce da una grande passione e, se devo essere sincera, da un hobby. Risalendo indietro nel tempo, infatti, il nonno era imprenditore nel settore tessile ma, grazie, appunto, ad una grande passione per gli hotel stellati, per la scoperta di posti nuovi e l’ottima cucina, ha trasmesso a mio padre il gusto per il bello e per l’accoglienza, facendo, negli anni, diventare un lavoro quello che prima era un hobby.
Iniziando da una struttura ricettiva che fu affiancata all’attività tessile, l’hospitality è diventata così importante che con il calo della produzione tessile abbiamo deciso di dedicarci, insieme a tutta la famiglia, unicamente ad essa. È un lavoro in cui di passione ne serve davvero tanta.
Qual è il significato che lei dà al termine accoglienza?
Per me accoglienza significa far sentire un ospite come fosse a casa. Il nostro obiettivo è quello di precedere ogni possibile richiesta del cliente con una nostra proposta. In particolare, in questa struttura abbiamo voluto uno staff professionale ma friendly e giovanile per far sentire l’ospite a suo agio, in quella che chiamiamo nella sua zona comfort.
La vostra riapertura con le 5 stelle lusso è accaduta nel momento storico più difficile dal dopoguerra ad oggi. Quali sono le strategie che avete messo in campo per riuscire a recuperare un intero anno perso?
La strategia più importante è stata la pazienza. Ma molto merito va alla nostra famiglia, a mio padre che ha avuto attenzione per la solidità immobiliare oltre che finanziaria che ci ha consentito di investire e godere della fiducia delle banche. In questo periodo abbiamo cercato di continuare con investimenti sulle risorse umane e sui software. Avremmo ovviamente preferito aprire in un altro momento, ma un cinque stelle va rodato per cui abbiamo aperto in una situazione così complessa anche per questo. Inoltre, sentivamo l’obbligo morale di dare un segnale importante al territorio. Nessuno qui si aspettava l’apertura del 5 marzo e noi volevamo dimostrare di combattere e farcela.
Qual è il target del cliente a cui vi rivolgete con la vostra struttura di Menaggio?
Da noi tutti i clienti sono benvenuti, compresi i nostri amici a quattro zampe. Siamo anche family hotel. Certo, il tipo di clientela a cui ci rivolgiamo con la nostra struttura è più smart, giovanile, contemporanea, fresca. Ci poniamo come una realtà luxury che si mette al fianco di strutture già esistenti che magari sono orientate ad una clientela più âgée. Puntiamo anche all’accesso degli esterni, non solo di coloro che alloggiano nell’hotel. La nostra filosofia e il nostro concept è che si possa venire da noi anche solo a bere un drink o a godere della nostra SPA di 1.200 mq, motivo per il quale abbiamo creato accessi secondari diretti ai servizi, in modo che il cliente non debba passare per forza dalla reception dell’hotel per accedervi. Abbiamo aperto il secondo ristorante 1827 – nome legato alla prima data di pubblicazione dei Promessi Sposi, il famoso romanzo ambientato sul Lago di Como che ci ha ispirato per intitolare diverse location interne – molto contemporaneo con uno stile pop, con quinte sceniche tutte colorate che dividono tutti i tavoli tra loro e una winery con 420 etichette di vini ordinabili attraverso tablet e con menù specifici che rientrano nella cucina endorfinica creati da Martin Vitaloni, il nostro executive chef, che si troveranno solo da noi.
Una SPA da 1200 mq è un servizio importante per i clienti.
La nostra ERRE SPA è sicuramente il fiore all’occhiello dell’hotel, con una piscina di 20 metri a disposizione e un’esperienza di benessere esclusiva, con pacchetti e prodotti personalizzati. Oltre a due diverse tipologie di bagno turco, la sauna e le docce emozionali, i clienti hanno a disposizione una stanza del ghiaccio, unica nel suo genere nella zona del Lago di Como, per la crioterapia: la terapia del ghiaccio amata dagli sportivi per i suoi benefici tonificanti immediati che riserva una perdita di centimetri a chi desidera una pelle più tonica e levigata. Il sistema innovativo, firmato Starpool, prevede che il ghiaccio prodotto da una cascata a soffitto venga raccolto all’interno di un bacile realizzato in acciaio e Solid surface per mantenere e isolare la temperatura e garantire i benefici del freddo. Le cabine Respiro Equilibrio Energia Armonia e la nuovissima cabina per le coppie promettono esperienze “tailor made” a seconda delle necessità del momento. Nella cabina di coppia è anche possibile richiedere trattamenti per la famiglia insieme ai propri figli, grazie alla linea cosmetica Biologique Recherche, adatta proprio a tutti. La ERRE SPA, gestita da Martina Dettori, propone questa linea di prodotti creata da due medici francesi a base di principi attivi totalmente naturali da applicare con determinati movimenti sulla pelle del viso. La combinazione degli ingredienti e dei vari metodi applicativi creano effetti lifting e tonificanti immediati e duraturi per molto tempo. I prodotti sono poi disponibili all’acquisto per i clienti che desiderano utilizzarli anche a casa.
Da anni si parla di destagionalizzazione dei flussi turistici. Secondo lei sono maturi i tempi anche sul nostro lago?
È uno dei nostri obiettivi e puntiamo ad avere il Grand Hotel Victoria aperto tutto l’anno grazie anche ai servizi che abbiamo creato come la SPA e i ristoranti. La nostra intenzione è quella di creare pacchetti ad hoc dedicati al mondo del benessere, a quello sportivo, e a quello della cura di sé con professionisti come nutrizionista, omeopata, naturopata. Il prossimo sarà il primo inverno che faremo e saremo aperti. Già con le nostre strutture a Varenna siamo aperti 11 mesi. E il mercato ci premia. Giusto per restare un momento sull’altra sponda del lago, la cosa piacevole per chi alloggia a Varenna è che può muoversi liberamente tra le strutture sul lago fruendo dei vari servizi che ognuna offre, girando fra esse con le barche che mettiamo a disposizione. Abbiamo 400 tipi di piante in un giardino meraviglioso e all’interno organizziamo corsi di pittura botanica, yoga, meditazione e risveglio muscolare.
Sempre per restare in ambito locale, ci sono, a suo avviso, possibilità di collaborazione con le amministrazioni pubbliche e i colleghi proprietari di altre strutture per valorizzare l’offerta turistica sul territorio?
Crediamo che ci sia spazio in un mercato come sul Lago di Como dove sono già presenti strutture di lusso importanti, noi cerchiamo di dare sviluppo. Noi prima del Grand Hotel, vendiamo la location, vendiamo Menaggio, vendiamo il Lago di Como, vendiamo la destinazione turistica e il territorio, i servizi, le ville.
Questa parte di territorio è molto legata agli eventi (matrimoni ecc.). È chiaro che il territorio può offrire molto anche in termini naturalistici e sportivi. Abbiamo anche in gestione ERRE Restaurant del golf club Menaggio Cadenabbia, quindi avremo questo servizio di courtesy car che potrà portare i nostri ospiti al golf, non solo per giocare, ma anche per pranzare immersi nella natura. Il nostro obiettivo è di collaborare anche all’interno di Confindustria e del Gruppo turismo per dialogare su queste iniziative. Dobbiamo supportarci e lavorare in sinergia. Noi siamo diversi da tutti gli altri come gli altri sono diversi a loro volta. Noi siamo sicuramente un prodotto nuovo, diverso da tutti, un bel mix tra contemporaneo e storico e miriamo ad una clientela nostra.
Il tema della sostenibilità è nella vostra agenda?
Assolutamente sì. Abbiamo fatto investimenti importanti in questo ambito come gli impianti di condizionamento totalmente indipendenti per ogni blocco dell’hotel e per ogni camera. Abbiamo i pannelli fotovoltaici e tre pompe di calore per fare raffrescamento e riscaldamento sfruttando l’acqua del lago. La linea cortesia utilizza carta riciclata, inchiostri a base di soia, plastica 100% biodegradabile riciclata e tappi non incollati ma in origami. Cerchiamo di improntare tutto l’hotel, anche nei dettagli, al tema della sostenibilità.
Tra gli arredi pregiati del Grand Hotel Victoria abbiamo potuto apprezzare uno dei bellissimi tavoli di Riva 1920. Considerate importante la collaborazione con le aziende locali?
Abbiamo esclusivamente collaborato con aziende italiane e, spesso, del territorio più prossimo, perché vogliamo far sentire l’ospite circondato dal gusto italiano. Oltre al tavolo di Riva abbiamo in ogni camera le testate dei letti prodotte su misura da Medea e i complementi di arredo di Flos e di Flexform. C’è una sola azienda extra italiana che è la Bybeau portoghese che ha progettato la winery del ristorante 1827, nato dall’estrosità del nostro architetto scozzese, che si è presentato in pieno inverno con il kilt, che ci ha portato attraverso un rivenditore italiano all’azienda costruttrice portoghese. È l’unica nota “esotica” che ci siamo concessi per un progetto insolito sul Lago di Como. Volevamo un prodotto che creasse interesse e attrazione.
Recentemente avete pubblicato una pagina pubblicitaria sul giornale locale molto insolita, senza immagini e tutta scritta per il Regina Olga di Cernobbio. Qual era il vostro obiettivo?
Volevamo da un lato incuriosire, trasmettere l’idea che ci siamo e stiamo arrivando. Dall’altro lato abbiamo cercato di sensibilizzare il condominio in cui l’hotel ha la sua sede al fatto che sono importanti le approvazioni da parte loro per poter iniziare i lavori di ristrutturazione.
Un’ultima domanda, una vera curiosità, ce la concederà. Qual è la richiesta più singolare che un vostro cliente vi abbia rivolto durante il suo soggiorno presso una delle vostre strutture?
Sotto pandemia, con tutte le restrizioni che sappiamo, uno svizzero si è presentato chiedendo di fare merenda in mezzo al lago. Oppure a Varenna quattro anni fa è successo che un cliente volesse una barca a noleggio per una giornata: gli mostravamo foto e preventivi di barche ma non li accettava mai, finché per farci capire cosa volesse ci ha mostrato uno yacht di 45 metri che ovviamente sul lago non può proprio venire. Per il resto cerchiamo di esaudire tutti i desideri. Anche se devo dire che in questo periodo, complice la pandemia, le persone fanno molte meno richieste e godono già della bellezza di potersi accomodare all’esterno. Forse la pandemia ha fatto capire che il vero lusso ormai è quello di poter godere di questo luogo meraviglioso che è il Lago di Como. C’è un approccio nuovo, di relax, quasi un po’ zen.
A cura di Stefano Rudilosso