SOSTENIBILITÀ: DAL ‘TANTO’ AL ‘MEGLIO’

Per comprendere adeguatamente quanto sta avvenendo oggi, sia sul piano sociale, sia politico, ma soprattutto su quello economico, occorre avere un quadro, sia pure sommario, della situazione a cui siamo arrivati nel rapporto tra risorse del pianeta e consumi della popolazione mondiale. Nell’arco degli ultimi cento anni la maggioranza dell’umanità è vissuta in una dimensione culturale che ha considerato la natura una fonte inesauribile da cui attingere, ricca di risorse, ma anche capace di metabolizzare rifiuti e scarti. Le dimensioni del nostro impatto con l’eco sistema sono andate intensificandosi negli ultimi sessanta anni, periodo che gli studiosi chiamano “Grande accelerazione”. Dal 2008 la popolazione urbana ha sorpassato quella rurale. Dei 7,4 miliardi di persone, più della metà vive in aree urbane e tutto è avvenuto con una velocità impressionante, basti ricordare che nel 1950 solo 746 milioni di persone vivevano nelle città.

Non possiamo poi dimenticare che i tempi di rigenerazione, di cui il sistema naturale ha bisogno, sono estremamente più lunghi. Un sistema le cui capacità ricettive e ricreative sono limitate. Anche il mondo scientifico ci sta continuamente dimostrando che il sistema economico fin qui perseguito ha bisogno di soluzioni che permettano di sviluppare una relazione armonica tra sistemi naturali, sistemi sociali. Per questo lo sviluppo sostenibile richiede un reale cambiamento della nostra visione e del nostro modello di sviluppo economico. Numerose analisi ci segnalano che alcuni fenomeni come le migrazioni, i cambiamenti climatici si stanno verificando con una velocità inaspettata e alla quale non eravamo preparati. Tutto ormai ci fa capire che stiamo raggiungendo il limite oltre il quale esiste il rischio di instabilità sociali, politiche ed istituzionali, ingovernabili.

Francesco Pizzagalli, Consigliere con Delega alla Sostenibilità di Confindustria Como

La combinazione di shock di natura economica, sociale, ambientale che contemporaneamente impattano sulla qualità della vita delle persone, sta avvenendo con una esponenzialità tale che se non saremo capaci di intervenire non saremo più in grado di garantire quel benessere realizzato, senza compromettere il futuro di chi verrà dopo di noi.

Siamo di fronte ad una sfida epocale, i cui primi segnali importanti erano già stati sottolineati dai temi di EXPO 2015.
Il modello di sviluppo economico, nato dalla rivoluzione industriale, ha messo al centro dell’esistenza degli individui l’acquisizione di beni materiali e la relativa soddisfazione nell’ottenerli. Abbiamo dato vita ad una forma di sviluppo economico fondata sul “tanto”. Oggi dobbiamo creare modelli produttivi fondati anche sul “meglio”.

La sfida che oggi devono affrontare le imprese si colloca in uno scenario difficile, perché ciò che è necessario a questo punto non è un’analisi sempre più raffinata di una visione difettosa, ma una nuova visione, necessaria per ripartire, ma non per tornare come prima, ma per costruire processi di innovazione che dall’economia si allarghino anche alla società.

La pandemia ci ha mostrato tutte le nostre fragilità, sul piano sociale, economico e politico, fragilità che una visione attenta, già durante la crisi del 2012, ci avrebbe dovuto mettere in guardia. Negli anni della ripresa abbiamo usato risorse non per investimenti, non per rendere più accessibile l’entrata nel mondo del lavoro, non per la formazione, ma per obiettivi legati al consenso politico. Tutto questo ci obbliga oggi a dare vita ad un nuovo modello, ad un nuovo paradigma su cui costruire una nuova cultura d’impresa. Ciò che stiamo vivendo chiama le imprese ad un ruolo diverso, ad un modello di business come forza positiva per migliorare la società e l’ambiente. Questo nuovo modello di sviluppo economico viene collocato all’interno del concetto della “sostenibilità”.

Da qualche tempo si assiste ad un abuso di questo valore, spesso non capito nella sua complessità, correndo il rischio di limitare il valore della sostenibilità a qualche aspetto di cui il sistema produttivo deve tener conto nell’esercitare e realizzare la propria “mission”. Alcuni continuano a pensare che sia una moda, altri che si tratti soltanto di farsi carico di qualche buona azione. In realtà oggi dobbiamo entrare in un’ottica diversa, le aziende devono strutturarsi “a prova di futuro”, questo nuovo paradigma di sviluppo economico è la strada per garantirsi un futuro.

Storicamente le nostre imprese hanno sempre dato prova di saper leggere ed interpretare, anche nelle difficoltà, i cambiamenti, quelle opportunità che la situazione, anche difficile, genera. Oggi il cambiamento non coinvolge il prodotto, il mercato, ma la società stessa. Per questo si parla di responsabilità sociale delle imprese.

È a partire da queste analisi che Confindustria Como negli ultimi anni ha intrapreso un percorso che aiutasse le aziende ad affrontare questi cambiamenti, con la consapevolezza che dentro l’anima e la storia delle aziende del territorio comasco ci fosse tutto quel potenziale capace di gestire la trasformazione economica e sociale. Già quattro anni fa si era dato vita al “Manifesto degli imprenditori” dove tre parole Vision, Mission, Valori indicavano il percorso futuro. Non solo ma là dove venivano citati i valori ispiratori del futuro modello aziendale al primo posto veniva espressamente citato lo “Sviluppo sostenibile e responsabile, rispetto a risorse umane, ambiente, regole”. Inoltre due anni fa questi valori hanno costituito la struttura fondamentale della nuova presidenza: Visione, Condivisione, Collaborazione per prenderci cura, insieme, del nostro futuro, che non è solo quello delle imprese, ma quello di un territorio ricco di storia, cultura, grande capacità del fare. Aver dato vita, all’interno del consiglio di presidenza, ad una delega alla “Sostenibilità” è stato un ulteriore segnale di come il mondo imprenditoriale del territorio comasco avesse già la consapevolezza dei cambiamenti in atto.

Quanto capitato negli ultimi due anni ha ulteriormente dimostrato come alcune dinamiche all’interno del sistema produttivo hanno avuto uno sviluppo esponenziale. Forte di questa preoccupazione Confindustria Como ha dato vita ad un percorso che ha l’obiettivo di supportare le aziende ad affrontare un futuro diverso. Un progetto che ha visto come primo atto la declinazione articolata di cosa si intende per sviluppo sostenibile. Quando si parla di responsabilità sociale delle imprese, il tema non è solo l’ambiente, parte importante ma non unica. Sviluppo sostenibile è capitale umano, è ricerca e sviluppo, è formazione, governance, è innovazione e ricerca, internazionalizzazione. Dopo aver costituito una cabina di regia, abbiamo dato vita ad un questionario articolato su tutti i temi che ho citato. Abbiamo avuto un riscontro positivo da parte delle oltre duecento aziende che hanno risposto. Questo ci ha permesso di strutturare quel percorso di sostegno alle aziende che decideranno di affrontare il proprio futuro mantenendo fede alla propria missione di continuare a generare ricchezza e benessere. Non cambierà la mission cambierà il modo con cui dovrà essere proiettata nel futuro. A ottobre 2021, in occasione dell’Assemblea pubblica, presenteremo “Il manifesto della responsabilità sociale delle imprese”, prima tappa del percorso; presenteremo il progetto in tutte le sue articolazioni, che comunque prevedono momenti di formazione su temi specifici, ma anche strumenti di supporto alle singole aziende. Non dobbiamo infatti dimenticare quanto sta avvenendo a livello comunitario in questi ultimi mesi. Le ultime direttive della Commissione Europea emanate nel mese di aprile indicano chiaramente che le aziende, nei prossimi anni, dovranno dare prova di politiche atte a realizzare miglioramenti sia sulle tematiche ambientali sia su quelle sociali. Non solo, ma anche la stessa relazione sulla gestione dovrà contenere indicazioni misurabili su un percorso per la realizzazione di un progetto misurabile, con obiettivi da raggiungere nel tempo, legato alla politica di responsabilità ambientale e sociale dell’azienda stessa. In parole semplici saranno chiamate ad assicurare che il proprio modello di business e la loro strategia futura siano compatibili con la transizione verso un’economia sostenibile.

Oggi siamo chiamati a costruire un nuovo modello di sviluppo economico, possibile solo se saremo capaci di dare vita ad un nuovo modello culturale, che va oltre l’orizzonte del legittimo profitto e rimette al centro dello sviluppo quel sistema di valori legati alla solidarietà, alla responsabilità sociale, permettendo di recuperare e legittimare il ruolo delle nostre aziende.

A cura di Francesco Pizzagalli