SMURFIT KAPPA ITALIA SI PRENDE CURA DEI SUOI DIPENDENTI CON LIFEWORKS

Gianluca Castellini, Ceo di Smurfit Kappa Italia

“In questo momento la paura che spaventa di più è la solitudine e si contrasta con la vicinanza, con l’altro, con l’insieme. L’uomo impaurito ha bisogno di trovare ascolto, di una voce, di qualcuno di cui potersi fidare. Insieme c’è una vita umana”. Sono le lucide parole dello psichiatra Vittorino Andreoli, con le quali ha recentemente descritto la fragilità della nostra società, in particolare ai tempi del Covid, che trovano una risposta concreta da parte di Smurfit Kappa, società quotata al London Stock Exchange e parte del FTSE100, uno dei produttori leader di soluzioni di imballaggio a base carta con 46.000 dipendenti, oltre 350 stabilimenti dislocati in 35 Paesi nel mondo ed un fatturato di 9 miliardi di euro nel 2019, con la piattaforma LifeWorks presentata a novembre. Si tratta di un servizio gratuito e confidenziale che aiuta ad affrontare problemi lavorativi, di vita o salute. Accessibile tramite app, sito o telefono, è disponibile per i lavoratori della multinazionale – presente anche in Lombardia con tre stabilimenti, di cui uno ad Orsenigo in provincia di Como, su 26 sedi italiane – e le loro famiglie. Per la multinazionale salute, sicurezza e benessere dei dipendenti sono valori fondamentali, soprattutto in un anno come il 2020, che per tutti è stato molto impegnativo dal punto di vista professionale e personale. Ecco perché l’azienda ha deciso di lanciare un Programma di Assistenza ai Dipendenti (EAP) chiamato LifeWorks, disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, sia per il dipendente che per la sua famiglia. Accessibile tramite l’app LifeWorks scaricabile da App Store o Google Play, dal sito internet o tramite il numero dedicato, il servizio è gratuito perché il costo è totalmente coperto da Smurfit Kappa ed è completamente confidenziale: il dipendente, infatti, entra in contatto con un team di professionisti indipendenti dall’azienda specializzati in diverse discipline. Obiettivo del servizio è supportare il dipendente e la sua famiglia nel risolvere problemi lavorativi (ad esempio, affrontare lo stress, gestire le relazioni personali, superare sfide professionali), di vita (gestire la genitorialità o l’assistenza all’infanzia, oppure prendersi cura di una persona anziana in famiglia) o di salute (sia fisica che mentale).

“Il 2020 ha rappresentato per tutti una grande sfida, dal punto di vista sia personale che lavorativo – ha dichiarato Gianluca Castellini, CEO di Smurfit Kappa Italia – e queste difficoltà potrebbero aver influito sul benessere psico-fisico delle nostre persone e delle loro famiglie. Il nostro business è giudicato strategico per l’economia del Paese per questo non ci siamo mai fermati. Fin dall’inizio della pandemia, la nostra priorità è stata comunque mettere al sicuro le nostre persone sul lavoro e fuori dall’azienda. Abbiamo infatti stipulato un’assicurazione specifica per i 2.000 dipendenti italiani, abbiamo definito un Protocollo Covid aziendale in linea con le disposizioni del Ministero della Sanità che rappresentano la migliore difesa e protezione per i nostri siti e tutte le nostre persone. Oltre a tutto questo, con LifeWorks vogliamo adesso dare un supporto concreto a chi non ci ha fatto mai mancare impegno e serietà professionale, in qualsiasi momento di difficoltà personale o familiare che possano avere da qui in futuro. Un modo per ringraziare i nostri dipendenti perché possano affrontare con tutta la serenità possibile la loro vita in azienda e in famiglia”. Il servizio è diviso in cinque aree tematiche – denaro, famiglia, lavoro, salute, vita – e si propone di fornire strumenti anche molto pratici come, per esempio, la gestione di un trasloco o di un trasferimento in un’altra città. Il supporto può avvenire online, al telefono o di persona a seconda dei casi e delle esigenze; se il dipendente ha bisogno di un supporto più specializzato e più a lungo termine, LifeWorks lo aiuterà a trovare specialisti e servizi appropriati: in questo caso il costo è carico del richiedente ma un consulente di LifeWorks lo aiuterà ad analizzare le diverse opzioni e a scegliere la più adatta. La confidenzialità è un elemento fondamentale del servizio: tutte le informazioni relative alla partecipazione al programma sono strettamente riservate e nessuna verrà condivisa senza il consenso scritto dell’interessato.

Un banco scuola protetto con SafeShield

In Lombardia, Smurfit Kappa è presente con le unità produttive di Orsenigo, Mantova e Vignate; vi lavorano 350 persone, si producono 146 milioni di mq fra cartone ondulato e cartoncino e 3 milioni di barattoli in cartone per un fatturato di circa 90 milioni di euro. Oltre a questa importante iniziativa a favore dei propri collaboratori, il leader del packaging con headquarter a Dublino, in questo particolare periodo, ha spinto al massimo su creatività e sostenibilità nei nuovi progetti per il distanziamento sociale. I designer hanno risposto con velocità e fantasia alle necessità imposte dal Covid-19, e dai plant italiani sono usciti separatori per scuole e ristoranti, divisori per aziende e uffici, tutti in cartone 100% riciclabile e biodegradabile, oltre che personalizzabile con stampe dedicate. Con il suo brand Safe&Green®, lanciato lo scorso anno con la realizzazione di vaschette in carta per uso alimentare, l’azienda, infatti, ha presentato a giugno una serie di prodotti per il distanziamento sociale per usi professionali e sociali, tutti accomunati da un monomateriale, il cartone, sostenibile per eccellenza, 100% riciclabile, biodegradabile, personalizzabile. La nuova gamma comprende 5 tipologie di prodotti: SafeSpace, totem autoportante molto robusto creato per supportare il distanziamento sociale in tutti i luoghi in cui le persone lavorano o fanno acquisti, stampabile su entrambi i lati per fornire in modo chiaro le informazioni necessarie per rispettare le misure di sicurezza; SafeWall, struttura in cartone autoportante da posizionare a intervalli regolari lungo le linee di produzione per far sì che le persone possano rispettare la distanza sociale prevista dalle misure di sicurezza sanitaria durante lo svolgimento del loro lavoro; SafeTable un divisorio da tavolo anti droplet che sostituisce la tovaglietta usa e getta, permette l’esposizione del menù e consente di mangiare in sicurezza in tutte quelle situazioni, come la pausa pranzo, in cui è necessario unire socialità a corrette misure di prevenzione; SafeShield, utilizzabili per scrivanie e banchi di scuola di diversi formati capaci di garantire la giusta visibilità a seconda dell’altezza di chi li usa. Pensando soprattutto ai più piccoli, i designer di Smurfit Kappa hanno realizzato dei modelli simpatici e colorati con, ad esempio, la sagoma di automobili, per non far sentire eccessivamente il disagio dei separatori. Infine, SafeBarrier, efficaci schermi protettivi in cartone ondulato molto resistente, con una finestra in plastica riciclabile che assicura un’elevata visibilità da utilizzare sui banconi e alle casse dei punti vendita. Questi sono esempi di quanto si può realizzare ma l’azienda può progettare e produrre soluzioni su misura per soddisfare esigenze specifiche sia nel formato sia nella parte dedicata alla stampa: i distanziatori sono infatti bifacciali e, oltre ad assolvere alla loro funzione di sicurezza, diventano degli efficaci mezzi di comunicazione per messaggi, informazioni e punti di attenzione. “I prodotti che abbiamo lanciato sono soluzioni che noi per primi abbiamo utilizzato in azienda fin dall’inizio dell’emergenza – conclude Gianluca Castellini – ne abbiamo quindi testato l’efficacia sul campo e abbiamo deciso di portare il nostro know-how ai clienti mettendo a loro disposizione le nostre competenze in termini di conoscenza del materiale, della sua versatilità abbinati alla nostra capacità di essere flessibili nel gestire le richieste del mercato. Durante l’emergenza abbiamo imparato che ognuno deve fare la sua parte. Credo che per Smurfit Kappa significhi aiutare i clienti a coniugare sicurezza e business con creatività e un pizzico di fantasia”.

A cura di Stefano Rudilosso